Niscemi, genitori boomer e figli generazione zeta. Riflessioni e spunti dai relatori Gueli e Pira
di Alberto Drago
Offrono notevoli spunti di riflessione e di approfondimento nella splendida cornice del Belvedere di Niscemi, gli incontri culturali serali sul tema del disagio giovanile che l’Amministrazione comunale diretta dal sindaco Massimiliano Conti promuove nel contesto dell’Estate niscemese ed a cura dell’assessorato alla cultura presieduto da Marianna Avila.
“Genitori Boomer e figli generazione zeta: la sfida educativa nella società fluida”.
Questo il tema dell’incontro presentato e moderato da Maurizio Vicari. Dopo i saluti dell’assessore Mariana Avila e del sindaco Massimiliano Conti, hanno relazionato Agata Gueli, dirigente presso il ministero dell’Istruzione a Roma e Francesco Pira, docente di Sociologia presso l’Università di Messina. La professoressa Gueli ha parlato della generazione dei “Genitori boomer”, i nati fra il 1946 e 1964 (figli della seconda guerra mondiale e del boom economico degli anni 60); di quelli nati fra il 1965 ed il 1980 (generazione x, quella che si interessa di problemi ambientali); dei nati fra il 1981 ed il 1996 (generazione y, quelli già immersi nella tecnologia digitale e figli dell’Euro); dei nati fra il 1997 e 2015 (generazione z, coloro che conoscono il web ed i social media e responsabili della cittadinanza digitale).
“C’è un repentino cambiamento delle generazioni”, ha detto la professoressa Agata Gueli,”e senza più netto distacco tra esse e passaggio di testimoni di valori e saperi come accadeva prima.
E ciò non per colpa dei ragazzi, ma per una responsabilità e fragilità degli adulti derivante dal fatto che riflettono sui figli quello che loro non sono stati.
Genitori adulti si che nel relazionarsi con i figli rimangono adolescenti”.
Il professor Pira ha parlato nel suo intervento dei minorenni che sono preda del gioco d’azzardo ed ha aggiunto: ”C’è un rapporto recente dell’Istituto superiore di sanità che riferisce che la quantità di under 14 che giocano d’azzardo, sono raddoppiati.
Ragazzi che non hanno controllo e di cui il 40% afferma che gioca senza che nessuno gli chieda la carta d’identità. L’altro 40% afferma che ogni tanto la carta d’identità gliela chiedono e soltanto il 20% afferma che vi sono dei controlli.
La grande sfida educativa quindi è quella di abbattere il muro quasi invalicabile di genitori che impongono ai figli di cercare un modo di fare soldi.
In pratica ci sono più genitori che si entusiasmano per indirizzare i figli nei ruoli di influencer piuttosto che di ambire ad occupazioni statali o altro.
Vi sono ragazzini che addirittura progettano videogiochi e genitori che li accompagnano in queste scelte.
Siamo in una situazione in cui abbiamo perso la dimensione genitoriale”.
Tanti quindi gli spunti di riflessione offerti durante l’incontro sull’attuazione delle nuove sfide educative che sono necessarie e da applicare alla luce dei disagi giovanili che si manifestano in varie forme nell’era attuale ed in cui si avverte una crescente disumanizzazione che è dettata da una società sempre più edonista e dominata da logiche di profitto e fatturato, dallo sviluppo delle tecnologie informatiche, digitali, dall’uso dell’intelligenza artificiale e dei social che costituiscono una finestra comunicativa nel mondo e dove non mancano le fake news e che al tempo stesso isolano sempre più dai contatti umani di persona.
Sono da aggiungere a questi aspetti anche i fenomeni di povertà sociale, di precarietà e di instabilità lavorativa, l’uso eccessivo delle bevande alcoliche e droghe fra i giovani, che non fanno altro che accentuare ancora di più i fenomeni di disagio e devianza.
La crisi dei valori da un lato che fino a qualche tempo fa erano pilastri portanti della famiglia ed una “Generazione Z”, di giovani dall’altro, nati dopo il 1996 che rispetto ad altre generazioni, vivono oggi anche con problemi di ansia, di depressione, di solitudine ed anche della mancanza di amicizie.