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Spiati anche manager di Gela: è quanto emerge dall’inchiesta sul gruppo di hacker che voleva «tenere in pugno l’Italia»


di Redazione

Spiati anche manager di Gela: è quanto emerge dall’inchiesta sul gruppo di hacker che voleva «tenere in pugno l’Italia»
cronaca
27 Ott 2024

C’è un filone, o meglio un piccolo rivolo, che porta a Gela nell’inchiesta sul sistema di acquisizione e vendita di dati illegali al centro delle cronache nazionali. Tra le carte dell’indagine, infatti, si fa riferimento alle attenzioni del gruppo su alcuni manager gelesi legati a commesse di lavoro nell’area industriale. E con il passare delle ore emergono nuovi dettagli dell’inchiesta sul presunto furto dalle banche dati ad opera di un’organizzazione di hacker ed ex appartenenti alle forze dell’ordine. Il gruppo, al centro dell’indagine milanese sui dossieraggi, godrebbe di «appoggi di alto livello in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri». Sono oltre sessanta le persone indagate. Sei le misure più incisive, quattro persone sono infatti ai domiciliari, mentre sul capo di altre due pendono provvedimenti interdittivi minori. Dalle intercettazioni emerge uno scenario che gli inquirenti definiscono allarmante. Esisterebbe, infatti, un livello premium nella rete di dati messi a disposizione di clienti disposti a pagare. Un sistema che – secondo l’accusa – prevedeva anche il prelievo di dati dalle banche Sdi (precedenti di polizia), Ced interforze (tutela dell’ordine, della sicurezza pubblica e di prevenzione e repressione della criminalità) o PuntoFisco (sistema tributario). A interrogarli per il gruppo, emerge, sia stato un finanziere in servizio in uno dei reparti della Dia in Puglia, attualmente sospeso. Il militare, che secondo gli inquirenti, sarebbe andato a caccia di notizie riservate a carico di amministratori e manager di società fornitrici dell’Eni di Gela. Come anche di Viggiano.
Durante le conversazioni registrate, un altro degli indagati, si lascia andare a dichiarazioni che evidenziano la convinzione del potere acquisito dal gruppo. Tra i passaggi citati nell’ordinanza del gip, si trova una frase: «Così freghiamo tutta Italia».
Un’altra frase registrata, riportata dal gip, rafforza l’idea del controllo: «Siamo in grado di tenere in mano l’Italia». Queste e altre conversazioni rivelano non solo l’accesso illecito a banche dati strategiche, ma anche una rete di contatti estesa, comprendente imprenditori, manager di grandi aziende, e figure del mondo politico e dello spettacolo.
Secondo il gip, il gruppo avrebbe utilizzato tali informazioni per creare dossier su misura per i propri clienti, attraverso la società investigativa Equalize e altre due aziende legate all’inchiesta. L’obiettivo, oltre al lucro economico, sembrava essere il consolidamento di un potere invisibile capace di influenzare settori cruciali della società italiana.
Tra le figure spiate spunta anche Letizia Moratti, candidata alle elezioni regionali lombarde del 2023. Un ex funzionario di polizia oggi ai domiciliari, avrebbe svolto accertamenti su persone vicine alla Moratti.
Notizie che – secondo gli investigatori – sarebbero servite a screditare l’immagine pubblica dell’ex ministro, nel tentativo di favorire la candidatura di Attilio Fontana. L’organizzazione, composta come detto da hacker, consulenti informatici ed ex membri delle forze dell’ordine, avrebbe estratto migliaia di informazioni riservate dalle banche dati nazionali, dando vita a una rete illecita di sorveglianza che, secondo gli inquirenti, coinvolgeva numerosi attori.


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.