Forde fiscale, arrestato anche un consulente di Gela. La Finanza esegue ordinanza, 15 persone indagate
di Redazione
Sarebbe stato a Catania, nello studio del commercialista Antonio Paladino, 61 anni, originario di Monza, e di un suo collaboratore, Gaetano Sanfilippo, 47 anni, consulente di Gela, il centro delle decisione delle frodi fiscali con false fatture al centro dell’operazione «Dentro o fuori» della guardia di finanza che ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare per 15 indagati. È quanto ricostruisce la procura di Catania che contesta ai due, destinatari di provvedimento cautelare in carcere, di essere promotori e organizzatori del sodalizio criminale nonostante non abbiano ricoperto alcun ruolo formale nei consorzi e nelle consorziate e nonostante il fatto che le tali società avessero sede legale in diverse province italiane (Milano, Firenze, Roma, Messina e Catania), talvolta in civici inesistenti o locali vuoti o in disuso.
Paladino e Sanfilippo erano già stati destinatari di un’analoga misura nel 2020 nell’ambito di indagini per frode fiscale condotte sempre dalle Fiamme Gialle etnee, su delega della Procura di Catania, con l’operazione «Fake Credits». Gli arresti domiciliari sono stati disposti per Sergio Itano, di 55 anni, di Cosenza, Giuseppe Paparatto, di 55 anni di Ricardi (Catanzaro), Mariangela Granvillano, di 42 anni, di Nicosia (Enna) e Simonetta Massimi, di 56 anni, di Roma. Nove persone sono destinatarie del divieto di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche per un anno: sono tre uomini e sei donne, tutti siciliani. Il gip di Catania ha disposto anche il sequestro di 28 società che, secondo l’accusa, sarebbero utilizzate per realizzare il sistema di frode, nonché di disponibilità finanziarie, di beni mobili e immobili riconducibili agli indagati per un valore complessivo di oltre 8,2 milioni di euro. Nel corso dell’esecuzione dei provvedimenti la guardia di finanza ha eseguito delle perquisizioni di locali e informatica, disposta dalla Procura di Catania, nei confronti dei rappresentanti legali delle aziende “clienti” che avrebbero usufruito maggiormente della somministrazione illecita di manodopera. Le 28 società interessate dal provvedimento hanno sedi a Catania, Firenze, Roma, Pomezia.
Le indagini.
Sarebbe un giro di fatture false pari a oltre 56 milioni di euro di imponibile e oltre 13 milioni di Iva, che – negli ultimi cinque anni – avrebbe garantito profitti illeciti per oltre 8 milioni di euro, la metà dei quali distribuita agli organizzatori sotto forma di compensi professionali, stipendi, rimborsi spese. Sono appunto 15 le persone finite nel provvedimento dei magistrati. Due sono finite in carcere, 4 ai domiciliari, mentre per altre 9 il gip di Catania ha disposto provvedimenti interdittivi. Insieme ad altri 14 indagati sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti (Foi), dichiarazione dei redditi infedele e fraudolenta mediante l’utilizzo di Foi nonché indebita compensazione di crediti fiscali inesistenti. Dalle indagini sarebbe emerso un “diffuso sistema di frodi fiscali”, realizzato attraverso la creazione di consorzi di imprese con il solo scopo di operare la somministrazione illecita di manodopera a favore delle aziende clienti, celata sotto forma di falsi appalti di servizi.