Gela, opera di Francesco Savatta entra nella galleria d’Arte Moderna a palazzo di Ca’ Pesaro
di Redazione
Un’altra bella tessera si aggiunge al mosaico artistico di Francesco Savatta. Dopo il recente ingresso di una sua opera in Vaticano, adesso un suo disegno entra a far parte della collezione pubblica della prestigiosa galleria internazionale d’Arte moderna che ha sede nel magnifico palazzo di Ca’ Pesaro, sorto nella seconda metà del XVII secolo per volontà della nobile famiglia Pesaro, su progetto del massimo architetto del barocco veneziano, Baldassarre Longhena.
Il Palazzo venne donato nel 1898 alla città dalla sua ultima proprietaria, la Duchessa Felicita Bevilacqua La Masa, al fine di creare il primo centro di produzione ed esposizione dell’arte moderna a Venezia. Nata nel 1902 per volontà del Comune, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna accoglie le opere acquisite alle Biennali di Venezia e, tra il 1908 e il 1924, le storiche Mostre Bevilacqua La Masa, che favoriscono una giovane generazione di artisti tra cui Umberto Boccioni, Felice Casorati, Gino Rossi, Arturo Martini. La collezione si arricchisce nel tempo e conta oggi più di 5.000 opere tra pittura, grafica e scultura.
L’opera di Savatta entra così a far parte di una delle più importanti collezioni pubbliche italiane: si tratta di un disegno a grafite su carta, misura 500×500 mm dal titolo “Corvo”, catalogato nella sua monografia artistica pubblicata a giugno del 2022 e caratterizzato da un pavimento a scacchi bianchi e neri che si riflette sul sovrastante soffitto. Il corvo, protagonista dell’ambiente, è certamente in connessione con l’Ade e gli scacchi, oltre che costante allusione al gioco, simboleggiano la lotta tra il bene ed il male.
Un’opera densa e carica di simbologia in grado di mettere alla prova chi si diletta ad interpretare iconografie.
Da oggi il disegno di Francesco Savatta sarà esposto permanentemente anche accanto alle opere dei massimi rappresentanti del simbolismo europeo, da Whistler a Kingler, da Munch a Brangwin, e a quelle dei grandi artisti italiani quali Giacomo Favretto, Emilio Ciardi, Luigi Nono, Filippo De Pisis.
«Solo dedizione, costanza e grande amore – dice l’artista – per ciò che facciamo ci consente di realizzare i nostri sogni. E già da bambino desideravo tanto che una mia opera potesse “volare” a Venezia ed essere ospitata nella città che essa stessa è un’opera d’arte. Eppure, resta costante in me la linea di confine tra pathos e inquietudine; quella linea sottile che mantiene alte le temperature dell’animo».