Vallelunga, no alla violenza sulle donne. Convegno con i giovani, un mazzo di fiori sulla panchina rossa di piazzetta Nasi
di Redazione
Una sedia vuota al fianco del tavolo dei relatori, coperta da un telo di colore nero: sopra c’era un mazzo di fiori, un segno, un omaggio a tutte le vittime di violenza sulle donne. Anche Vallelunga ha inteso accendere una luce sul tema del femminicidio grazie all’iniziativa promossa dall’associazione culturale «La Radice» realizzata con il patrocinio del Comune. Tra il pubblico i ragazzi della scuola secondaria di primo grado ma anche insegnanti ed educatori. Il modello proposto è quello di una rete a supporto della scuola e della famiglia per aiutare e incidere su questo allarmante tema. Ha aperto i lavori la presidente dell’associazione, Francesca Lombardo, che ha anche moderato il dibattito. Poi il saluto del sindaco, Giuseppe Montesano.
Il primo cittadino ha sottolineato il ruolo delle istituzioni e la necessità che esse siano quanto più unite e complementari tra loro, tanto da formare una prima linea efficace di supporto alla scuola e alla famiglia per aiutare i ragazzi ad accrescere e sviluppare la consapevolezza e la cultura del rispetto. Il rispetto innanzitutto per se stessi e poi per gli altri. Montesano ha altresì ribadito più volte l’importanza dello strumento della denuncia, la richiesta di aiuto alla famiglia, alle istituzioni di prossimità. A seguire gli interventi della vicesindaca, Rosa Izzo, in veste di psicologa e psicoterapeuta, dell’assistente sociale del comune Rosa Maria Ferrara e del comandante della stazione dei carabinieri, luogotenente Michele Furfaro. A conclusione dei lavori un breve intervento della vicaria, Angelica Lo Iacono.
La psicologa Izzo si è soffermata sull’importanza della sensibilizzazione al tema del rispetto, all’educazione all’affettività, rivolgendo anche una battuta al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, su un tema che meriterebbe attenzione al pari dell’educazione educazione o dell’educazione alla cittadinanza. Una materia che potrebbe essere introdotta anche tra le discipline didattiche.
Ai ragazzi presenti la psicologa ha chiesto di mantenere alta la guardia e mostrare sensibilità e attenzione, cercando di acquisire consapevolezza.
«Pure per noi adulti – afferma – spesso è difficile trovare soluzioni e il giusto approccio a un fenomeno tristemente in crescita. E anche noi adulti ci sentiamo disarmati. E proprio quando lo sconforto potrebbe perdere il sopravvento dobbiamo affidarci al pensiero, al ragionamento, farci domande e cercare in tutti modi le risposte. Ho invitato i ragazzi ad analizzare a esempio gli aspetti critici della società attuale, quelli che riguardano soprattutto la loro sfera, esortandoli a riflettere sul fenomeno del bullismo piuttosto che sull’abuso di alcol o sostanze stupefacenti. Oggi capita spesso e più di ieri che i ragazzi manchino di rispetto rispetto ai genitori, agli insegnanti. La riflessione, il pensiero, ragionare. È questo l’unico strumento che abbiamo a disposizione».
«Difendersi e proteggersi – afferma – quando occorre. Immaginare di disegnare un cerchio intorno a voi e di innalzare una barriera, uno spazio vitale nel quale invitare a entrare solo le persone positive. E avere la libertà di lasciare fuori invece chi ci fa del male o ci fa stare male. Una porta che sia possibile aprire soltanto dall’interno: apritela a chi volete voi e se qualcuno non gradito dovesse un giorno forzare questa porta avrete il diritto, il dovere, l’obbligo di denunciare». A fine giornata i partecipanti si sono recati in piazza Nasi, al cospetto della panchina rossa a memoria delle donne vittime di violenza. Con un gesto toccante e carico di significato la presidente dell’associazione ha deposto un un mazzo di fiori.