Riesi: «Mio padre, Gaetano Mirisola, prigioniero delle Ss e deportato in Germania nel 1943»
di Redazione
A distanza di 75 anni emergono ancora la storie di partigiani e deportati siciliani, grazie a testimonianze video e alle continue ricerche dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. A Riesi è stata recentemente scoperta la storia del deportato Gaetano Mirisola, soldato italiano operante nei Balcani l’8 settembre 1943, arrestato dalle SS, condotto in Germania nei campi di prigionia tedeschi e dichiarato come Imi (Internato militare italiano). Una storia che è stata scoperta casualmente dal figlio Giuseppe Mirisola ex dipendente del Comune di Riesi, attualmente in pensione.
«Il 27 gennaio 2020 – racconta Mirisola – ho letto sui giornali della consegna delle medaglia d’onore a due deportati di Riesi: Carmelo Boncore e Luigi De Bilio. Ricordavo che mio padre aveva fatto la seconda guerra mondiale. Così per curiosità ho deciso di consultare il foglio matricolare di mio padre presso l’Archivio di Stato di Caltanissetta. Con mia grande sorpresa ho appreso che mio padre era stato deportato in Germania. Quando lui tornò in Italia nel 1945, non raccontò mai la sua storia in guerra. Così con grande stupore dopo diversi decenni ho appreso questa notizia e deciso di contattare l’Anpi di Riesi, per accertarmi del suo titolo di deportato. Successivamente con l’Anpi abbiamo deciso di inviare la richiesta per l’ottenimento della medaglia d’onore del presidente della Repubblica».
Per l’Anpi si tratta di una storia che costituisce una importante testimonianza.
«È giusto – afferma Giuseppe Calascibetta, referente locale dell’ Anpi – dare riconoscimento a questo uomini che hanno lottato per la liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Se la richiesta verrà accettata, la comunità riesina otterrà la sua settima medaglia d’onore come Imi, più la medaglia d’oro di Gaetano Butera per il contributo dato alla seconda guerra mondiale. A questi, vanno aggiunte le centinaia di testimonianze tra antifascisti, partigiani e deportati di Riesi che non hanno ancora ottenuto un giusto riconoscimento, come Giuseppe Golisano partigiano riesino, ucciso nella strage di Portofino».