«Gela città di mare, pescatori allo stremo e non possiamo voltarci dall’altra parte». L’appello del vicario
di Redazione
Dopo il grande successo degli ultimi due anni, domenica prossima (2 agosto) si celebra la “Festa della Gente di Mare” che venera San Francesco di Paola come celeste patrono. Alle 19 presso il porto isola dell’Eni, avrà inizio la “varchiata” con le reliquie del Santo, accompagnate dalla Capitaneria di Porto e le imbarcazioni dei pescatori, diportisti e marinai gelesi. La traversata raggiungerà il porto rifugio per la benedizione della gente di Mare e, nei pressi del pontile sbarcatoio, ci sarà un momento di preghiera e un omaggio floreale per i caduti in mare e per i migranti morti nel Mediterraneo. In ottemperanza alla disposizioni ministeriali e regionali relativi all’attuale emergenza sanitaria, i fedeli potranno assistere alla “varchiata” lungo il litorale gelese e potranno partecipare sulle barche, evitando ogni forma di assembramento, solo se muniti di dispositivi di protezione, non superino la temperatura corporea al 37,5° e non siano stati recentemente a contatto con i fratelli contagiati di Covid-19. Alle 21, nella chiesa della Divina Misericordia in San Francesco di Paola, avrà inizio la solenne Celebrazione Eucaristica.
«Anche quest’anno – afferma don Lino di Dio, direttore diocesano dell’Apostolato del Mare e rettore della Chiesa di San Francesco di Paola – nonostante la situazione critica del nostro porto e le disposizioni ministeriali relativi al Covid-19, si svolgerà la “Festa della Gente di Mare”, legata alla grande figura “do’ Santu Patri”che non vuole essere una riesumazione di una tradizione popolare ferma al passato, ma un mantenere e custodire la propria identità che non va persa, e un momento di riflessione e di sprono sul grande dono del mare e del creato, fonte di vita e di lavoro. Si eviterà la processione e la celebrazione eucaristica al lungomare».
«La nostra città da anni soffre, terribilmente, la situazione drammatica del porto; noi gelesi, che amiamo il mare, dobbiamo esserne non solo tutti i custodi ma anche protagonisti sensibili del disagio che i marinai sperimentano ogni giorno per portare il sostentamento a casa, costretti ad attraccare le loro barche in altri porti perché impossibilitati dall’insabbiamento e dai servizi non efficienti. La Chiesa è vicina alla nostra gente di mare e alle loro famiglie. Gela è una città marittima e noi non possiamo dare le spalle al mare ma dobbiamo lottare affinché arrivino i finanziamenti per la costruzione del porto senza chiacchiere o inutili promesse dei “potenti” di turno. Ogni gelese, anche se è costretto a lasciare le nostra terra, porta con se la bellezza di questo mare e lo splendore dei suoi tramonti. L’attenzione di San Francesco di Paola per i nostri pescatori e marinai diventi speranza per la nostra città la quale, per la propria collocazione geografica, centro del Mediterraneo, può diventare, come lo è stato nel passato, crocevia commerciale e turistica, ponte per l’Europa, il Nord Africa e l’Asia occidentale».
(In alto don Lino Di Dio durante la «varchiata» dello scorso anno – foto Maria Rita Cavallo; sopra, nel corpo dell’articolo, la locandina con il dettaglio delle celebrazioni).