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INCHIESTA | TRAGEDIA

Bimbo di 16 mesi ingoia pallina in gomma e muore, sospeso un medico. «Non compì in pieno il suo dovere»


di Redazione

Bimbo di 16 mesi ingoia pallina in gomma e muore, sospeso un medico. «Non compì in pieno il suo dovere»
cronacaUncategorized
13 Ago 2020

Una pallina di gomma colorata era costata la vita a un bambino di appena un anno e mezzo, morto soffocato dopo un primo intervento di soccorso. È il 23 marzo scorso , in pieno lockdown quando la tragedia investe una giovane coppia e il loro figlioletto. Siamo nell’hinterland, nel comune di Pietraperzia, a una quarantina di chilometri da Gela. Il bimbo ingoia la pallina per gioco e inizia ad annaspare. I genitori tentano di soccorrerlo, poi la corsa verso la guardia medica. Infine l’arrivo in ospedale, al Sant’Elia. Il medico del Pronto Soccorso estrae la pallina ma per il bimbo non c’è nulla da fare. Muore poco dopo.

Non fu una tragedia, secondo la Procura di Enna che ha aperto un fascicolo e messo sotto indagine un medico del 118, al quale è stato notificata l’interdizione dall’esercizio della professione.

Ecco la ricostruzione formulata dagli investigatori della questura di Enna.

«Ieri agenti di Polizia – si legge nella nota del questore – in servizio presso la Procura di Enna hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di un medico rianimatore in servizio al 118. Il provvedimento prevede la sospensione dell’esercizio di un pubblico servizio ed è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari Ornella Maimone, su richiesta del Sostituto Procuratore Stefania Leonte. La misura cautelare è stata emessa a conclusione di un’attività di indagine eseguita dagli investigatori e riguarda il decesso di un bimbo di 16 mesi di Pietraperzia, il quale aveva accidentalmente ingoiato una pallina di gomma, che ne ha causato il soffocamento».

«Le indagini – scrive ancora la Polizia – ricostruendo tutte le fasi dell’incidente, hanno permesso di accertare che i genitori del piccolo, accortisi che il bambino aveva difficoltà a respirare e comprendendo che lo stesso aveva ingerito qualcosa che gli ostruiva le vie respiratorie, dopo un primo vano tentativo di prestargli soccorso, si dirigevano presso la vicina Guardia Medica, nella cui struttura si trova anche un presidio del “118”, costituito da autoambulanza equipaggiata per fronteggiare ogni emergenza, con autista soccorritore, infermiere e medico rianimatore. Il medico di guardia, non avendo strumenti idonei per potere intervenire, richiedeva l’intervento del “118”, che prontamente si recava nell’attiguo ambulatorio».

«Tuttavia – spiegano gli inquirenti – il medico del “118” destinatario del provvedimento cautelare, anziché adottare le misure previste dai protocolli sanitari, inopportunamente decideva di trasportare il bambino presso l’Ospedale di Caltanissetta, distante oltre 25 kilometri dal luogo ove si sono svolti i fatti. Giunti al Sant’Elia, il medico rianimatore del Pronto Soccorso provvedeva, senza alcuna difficoltà, ad estrarre una pallina in gomma che il piccolo aveva messo in bocca e che si era fermata alla faringe, operazione compiuta con l’uso di una pinza “di Magill”, che fa pure parte dell’equipaggiamento in dotazione all’autoambulanza del “118”. Purtroppo, però, a causa del lungo tempo trascorso, inutili sono risultati gli ulteriori tentativi di rianimare il bambino».

«Il Gip – si legge – sulla base delle risultanze investigative presentate dal Pm, ha accolto la richiesta di emissione dell’ordinanza cautelare, disponendo la sospensione dalla professione di medico del sanitario indagato per un periodo di 12 mesi, in attesa dell’avvio del relativo processo».

L’indagine è stata coordinata dal procuratore della Repubblica di Enna, Massimo Palmeri


Redazione
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