Retata nella notte, 16 arresti. Un «filo rosso» tra il gruppo di Vittoria e i Rinzivillo di Gela
di Redazione
Dalla droga agli imballaggi ai derivati del petrolio. Un fiorente business quello gestito da Cosa Nostra a Vittoria, un clan legato a elementi della famiglia Rinzivillo di Gela, con diramazioni anche in altri comuni del Ragusano. Il capo – secondo l’ipotesi degli investigatori – sarebbe stato Emanuele «Elio» Greco. Sedici gli indagati di una maxi inchiesta condotta da Carabinieri e Guardia di Finanza, nome in codice «Fenice». I 16 indagati rispondono a vario titolo di associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostante stupefacenti e altro. Sono Giuseppe Amore, Francesco Bella, Orazio Mattia Bella, Gianluca Di Natale, Mauro Gesso, Roberto Gesso, Raffaele Giudice, Alberto Greco, Emanuele ‘Elio’ Greco, Nuccio Greco, Eugenio Gulizzi, Giuseppe Licata, Maurizio Piedigaci, Roberto Salerno, Gaetano Valenti e Filadelfo Zarbano. Tra gli arrestati, anche i protagonisti di recenti fatti di cronaca del Ragusano. Il 3 giugno di un anno fa i fratelli Mauro Gesso 43 anni e Roberto Gesso 50 anni, sciclitani, avevano commesso a Scicli un duplice tentato omicidio ed erano stati individuati in fuga e arrestati a Sala Consilina. Entrambi hanno alle spalle accuse per reati associativi di tipo mafioso e in materia di stupefacenti. Raffaele Giudice, invece, venne colpito fatto segno da un colpo di pistola al culmine di una lite. A esploderlo fu proprio Elio Greco. Era aprile del 2019.
Secondo gli investigatori, Gaetano Valenti, inteso «Tano u’ barbiere», sarebbe stato investito designato del ruolo di referente nel periodo di detenzione di Greco. Quest’ultimo, una volta ai domiciliari, a partire dal gennaio 2021, avrebbe sfruttato la propria abitazione quale base logistica per l’organizzazione di summit con esponenti del gruppo criminale. Ma anche con importanti imprenditori, riprendendo di fatto il proprio ruolo di riferimento del sodalizio mafioso e riaffermando la propria influenza sul territorio. Il gruppo avrebbe unito la propria forza quasi militare a strategie imprenditoriali, estendendo il potere mafioso sul territorio. Collegamenti sono emersi con potenti clan della zona quali i Rinzivillo di Gela, i Santapaola – Ercolano di Catania e i Nardo di Lentini.
Dodici arresti sono stati eseguiti dai Carabinieri di Ragusa, altri quattro dai militari del nucleo economico finanziario della Guardia di Finanza di Catania.
«Mi complimento con la Dda di Catania, con la Procura Etnea, con la Prefettura di Ragusa e con i Finanzieri del Gico Comando provinciale di Catania e i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Ragusa per l’operazione antimafia che ha portato a sedici arresti e ha permesso di sgominare il business illecito sull’agricoltura siciliana attraverso le imposizioni sugli imballaggi e forniture. Grazie agli inquirenti per aver disvelato una sinergia tra le cosche dei Santapaola Ercolano, Nardo e Rinzivillo e per aver liberato in particolar modo Vittoria da questa cappa criminale. Ancora una volta è necessario sottolineare un’azione ferma e decisa delle istituzioni a tutela dei cittadini e degli imprenditori onesti». Sono state queste le parole di Salvo Sallemi, senatore di Fratelli d’Italia, componente della commissione Antimafia del Parlamento.