Borghi dei tesori, la pagella monarchica. Festival in corso a Vallelunga Pratameno
di Redazione
È in corso di svolgimento il secondo week-end del “Borghi dei Tesori Fest”, previsto dal 4 al 5 settembre: 58 borghi siciliani da scoprire e raccontare, 150 luoghi e 100 tra passeggiate, degustazioni e laboratori.
I borghi della Sicilia hanno deciso di aprire i propri “tesori” e riunirsi sotto il coordinamento della Fondazione “Le Vie dei Tesori”, che da anni è specializzata nella promozione dei siti della cultura. Tra questi borghi, in provincia di Caltanissetta, vi è Vallelunga Pratameno, con le sue chiese e con il suo museo, che ha aderito all’iniziativa grazie alla determinazione della dottoressa Concettina Nicosia, commissario straordinario del Comune, che, nel mese di ottobre prossimo, sarà interessato dalle elezioni amministrative.
Un vero festival della narrazione incardinato sull’itinerario delle chiese e degli oratori di Vallelunga Pratameno, con percorsi tematici sul tema del sacro: così è stata riproposta la rappresentazione del rito della “Pace” del Venerdì Santo di Vallelunga, con il Cristo Morto sul cataletto e la Madonna Addolorata; l’esposizione del sontuoso baldacchino processionale per la processione del Corpus Domini.
Una valorizzazione dei beni siciliani che tocca anche il locale museo etno-antropologico, ospitato nel “casamento scolastico”, in stile eclettico ed in mattoni locali, per cento anni sede delle scuole elementari e dove, nel 1986, in occasione del centenario dell’inaugurazione della scuola, è stata ricostruita un’aula del periodo monarchico, ad opera degli insegnanti Loreto Granatella e Liborio Zuzzè e dei collaboratori scolastici Angelo Audino e Giuseppe Catalogna, con la collaborazione dell’Amministrazione Comunale del tempo. Successivamente, nel 2006, venne inaugurato il museo, che, nel 2016, veniva intitolato al professor Salvatore Lo Re, il quale, durante la sua vita, ha raccolto numerosi reperti e documenti di epoche passate, ricreando l’atmosfera e la dimensione quotidiana dell’antica civiltà contadina.
La scuola del tempo che fu oggi rivive con l’esperienza nell’aula scolastica di fine ‘800, “come nelle pagine del libro Cuore”, indica la brochure. Grazie all’idea del Commissario Straordinario, i visitatori riceveranno, previa apposita interrogazione sulle materie di studio degli anni ’30, una pagella monarchica con loro nome e sarà pure teatralizzata la consegna della pagella.
“Dopo il successo ottenuto a Sutera, con la ricostruzione del presepe vivente – dice Concettina Nicosia – ho pensato di utilizzare l’aula scolastica del periodo monarchico, già esistente presso il locale museo etnografico, per far conoscere le materie che venivano insegnate in quel periodo, tra le quali i lavori donneschi per le fanciulle e quelli manuali per i maschietti, attraverso la riproduzione fedele di una pagella dell’epoca, da consegnare ai visitatori, con tanto di interrogazioni”.
Oltre ai lavori donneschi ed a quelli manuali, i bambini degli anni ’30 studiavano anche “storia e cultura”, “disegno e bella scrittura”, “canto” e “scienze fisiche, naturali e igiene”. A queste materie, la teatralizzazione delle interrogazioni oggi aggiunge “storia locale”, “toponomastica” e le “espressioni algebriche” che il visitatore-alunno sarà chiamato a svolgere alla lavagna.
Con le mutazioni legate al periodo post-covid, oggi si tende al recupero della qualità della vita, attraverso la riscoperta dei piccoli borghi, coinvolgendo anche i giovani nella valorizzazione del patrimonio culturale, monumentale ed artistico delle piccole Comunità siciliane.
Tante coppie, giovani o giovanissimi, famiglie, gruppi di amici, accolti a Vallelunga Pratameno da una squadra entusiasta di giovani pronti a spiegare e ad accompagnare. I visitatori vengono dolcemente rapiti dal calore e dall’affetto dei vallelunghesi, arricchendo gli ospiti di quel buono e genuino, che è il vero tesoro di cui si ha bisogno di nutrirsi.
“Bisogna coinvolgere la gente – conclude il commissario straordinario Nicosia – ma, soprattutto, le giovani generazioni ad avere maggiore cura dei propri tesori e, a tale scopo, la Fondazione Borghi dei Tesori è stata lo strumento per un ulteriore ed importante passo per la crescita culturale dei nostri borghi siciliani, nella consapevolezza che la valorizzazione, in modo innovativo e creativo, del patrimonio storico ed artistico possa produrre un’offerta culturale di qualità ed una crescita economico-sociale di ogni singola Comunità”.