Caltanissetta, penultimo vagone del convoglio
di Peppe Di Cristina
La classifica stilata oggi dal Il Sole 24 Ore come ogni anno, fotografa in maniera drammatica la situazione il divario tra nord e sud del Paese, riaprendo una Questione Meridionale che ha aspetti drammatici. Profondamente nel baratro, infatti, la provincia di Caltanissetta si trova al penultimo posto negli indicatori della qualità della vita, ma più in generale la questione è drammatica nel pensare che le ultime posizioni sono per lo più occupate da regioni meridionali e in particolare siciliane.
Se questo si aggancia alle recenti relazioni dello Svimez, si comprende che la situazione è ancora più difficile e il rischio di desertificazione è reale.
Infatti il lavoro proprio per i giovani è diventata una vera chimera, spesso costretti a emigrare lasciando un vuoto di produttività incolmabile. Il tasso di disoccupazione al Sud secondo le fonti dello Svimez ha elementi terrificanti.
Incide nel report anche una componente di genere, legata all’occupazione femminile.
Il tasso di occupazione delle donne laureate, nel Mezzogiorno, è infatti del 44 per cento, contro il 70 al Nord. Ma il dato che allarma di più è quello sui così detti Neet.
Questo indicatore caratterizza i ragazzi under 29 che non studiano, non lavorano e non fanno alcun tipo di formazione. Secondo gli ultimi dati, i giovani Neet nel Mezzogiorno corrispondevano a circa il 36 per cento di tutti i giovani del Sud. Praticamente, più di un giovane su 3 al Sud non studia, non si forma e non lavora. Se analizziamo una qualità sanitaria scadente (per usare un eufemismo) con tempi di attesa non da Parse civile, il gap infrastrutturale e il ridimensionamento del Pnrr allora gli scenari sembrano apocalittici.
Noi continuiamo a pensare che il governo delle destre sia il più atimeridionalista della storia recente e rinnoviamo il giudizio negativo sul Governo Schifani.
Mentre si continua a parlare di ponte sullo stretto poco più di un palliativo, la situazione siciliana mostrata dal Sole 24 e dallo Svimez ore è più di un campanello d’allarme. Il tutto mentre siamo all’anticamere del voto delle due città più popolose della nostra provincia (Gela e Caltanissetta). Questi dati non possono che essere al centro del dibattito politico, nella scelta e nella qualità di una classe dirigente che dovrà affrontare la peggiore crisi del recente passato, considerato che Gela si trova anche in una situazione di dissesto e nel pieno di una transazione economica profondamente incompiuta.