Carburanti green, +20 per cento in 4 anni. Negli usa un impianto «gemello» a quello di Gela
di Redazione
Il carburante green può rappresentare il futuro immediato ma c’è l’ostacolo dell’Europa. Italia e, soprattutto Eni, proveranno a rimuovere le forti resistenze degli stati membri. Gela, con la sua bioraffineria, è uno dei siti strategici di questo progetto che mira ad abbattere le emissioni di CO2 fino al 90 per cento. «Nei prossimi quattro anni – afferma Raffaella Lucarno, Head of Bio Refinery & Supply, Biomethane, Eni Sustainable Mobility – ci aspetta un +20 per cento di produzione di biocarburanti in Europa. Abbiamo due bioraffinerie, a Gela e a Venezia. Il nostro biocarburanti, Hvo, è un gasolio con qualità molto specifiche. Emette CO2 dal tubo di scappamento, ma lungo tutto il ciclo di vita la riduzione delle emissioni va dal 60 al 90 per cento».
La responsabile di Head of Bio Refinery è a The Urban Mobility Council, percorsi delle nuove mobilità’ organizzato dal gruppo Unipol.
L’Europa è però orientata verso l’elettrico, con alcune eccezioni, quali Germania, che può puntare sui carburanti da sintesi (e fuel o hi fuel), grazie anche al via libera di Bruxelles. Ue che, invece, non ha dato il placet ai bio fuel sui quali punta Eni.
«L’Unione europea – dice Lucarno – non li ha molto graditi, stiamo provando a farglieli digerire. Nel mondo però c’è grande domande. Stiamo infatti avviando una bioraffineria in Louisiana».
L’impianto sfrutterà il modello Gela (o Marghera) e una volta in esercizio produrrà bio carburanti per i Jumbo».