Colpo ai clan, la Cassazione respinge i ricorsi. Risarciti imprenditore e Antiracket
di Redazione
Confermate le condanne al cartello mafioso di Resuttana e San Lorenzo, nel procedimento che vedeva l’associazione Antiracket «Gaetano Giordano» Fai di Gela, parte civile. La Cassazione ha confermato 11 condanne emesse dalla Corte d’Appello di Palermo nell’ambito del processo Apocalisse contro il racket delle estorsioni nelle zone occidentali del capoluogo siciliano. Unico annullamento con rinvio riguarda la posizione di Giuseppe Messia, che dovrà subire un nuovo processo, mentre i supremi giudici hanno ritenuto inammissibile il ricorso della Procura generale con riferimento, tra gli altri, a Camillo Graziano, assistito dagli avvocati Loredana Lo Cascio e Raffaele Bonsignore. Sono stati respinti i ricorsi di Domenico Barone, Giuseppe Calvaruso, Girolamo D’Alessandro, Ignazio Di Maria, Sebastiano Filingeri, Agostino Matassa e Girolamo Taormina. Inammissibili poi i ricorsi degli imputati Salvatore D’Urso, Giuseppe Faraone, Giuseppe Giorlando e Francesco La Barbera. La Corte ha anche liquidato risarcimenti in favore delle parti civili: 8 mila euro all’Antiracket di Gela, 3500 euro all’associazione La verità vive, Addiopizzo, Solidaria, Sos Impresa; 8000 in favore della Fai, federazione Antiracket e antiusura, della associazione Antiracket Giordano di Gela, di Confartigianato Palermo e di singole vittime delle estorsioni come l’imprenditore Giovanni Salsetta, Gaetano Piazza, Antonino Arnone, Gianfranca Santangelo, Liborio e Vincenzo Abbate, difesi dagli avvocati Salvatore Caradonna e Salvatore Ugo Forello; 6000 euro a Confcommercio e Confesercenti, assistite dall’avvocato Fabio Lanfranca, Assindustria e centro studi Pio La Torre, patrocinati dall’avvocato Ettore Barcellona.