Operazione antimafia nell’Agrigentino, colpiti anche esponenti di Gela e Marianopoli
di Redazione
C’è un filone d’indagine che collega a Gela e al Vallone nell’operazione che stamane all’alba ha portato all’esecuzione di trenta provvedimenti giudiziari. Il blitz è stato condotto dal reparto operativo Carabinieri di Agrigento. La Dda di Palermo contesta a vario titoli i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di droga, detenzione ai fini di spaccio, tentata estorsione e associazione mafiosa. Contestati anche diversi danneggiamenti, ma anche il favoreggiamento personale. Secondo gli inquirenti sarebbe stata evitata una probabile guerra di mafia per il controllo del territorio che avrebbe potuto interessare oltre alla provincia di Agrigento, epicentro delle indagini, anche quella di Caltanissetta.
Ecco i nomi
delle persone colpite dai provvedimenti della magistratura:
Rocco Grillo, 32 anni (Gela)
Giuseppe Pasqualino, 33 anni (Gela)
Mirko Salvatore Rapisarda, 42 anni (Gela)
Emanuele Ricottone, 58 anni (Marianopoli, Caltanissetta)
Domenico Blando, 67 anni (Favara)
Michele Bongiorno, 34 anni (Favara)
Pietro Capraro, 39 anni (Agrigento)
Ignazio Carapezza, 33 anni (Agrigento)
Carmelo Corbo, 46 anni (Canicattì)
Samuel Pio Donzì, 25 anni (Agrigento)
Carmelo Fallea, 49 anni (Favara)
Cosimo Ferro, 35 anni (Castelvetrano)
Francesco Firenze, 39 anni (Castelvetrano)
Giuseppe Focarino, 59 anni (Palermo)
Christian Gastoni, 31 anni (Agrigento)
Angelo Graci, 60 anni (Castrofilippo)
Alfonso Lauricella, 58 anni (Agrigento)
Gaetano Licata, 41 anni (Agrigento)
Fabrizio Messina Denaro, 57 anni (Castelvetrano)
Fabrizio Messina, 49 anni (Porto Empedocle)
Gabriele Minio, 36 anni (Agrigento)
Giorgio Orsolino, 34 anni (Agrigento)
Roberto Parla, 46 anni (Canicattì)
Vincenzo Parla, 53 anni (Canicattì)
Calogero Prinzivalli, 41 anni (Agrigento)
Giuseppe Sottile, 37 anni (Agrigento)
Alfonso Tarallo, 44 anni (Genk, Belgio)
Angelo Tarallo, 44 anni (Liegi, Belgio)
Guido Vasile, 65 anni (Agrigento)
Nicolò Vasile, 43 anni (Agrigento).
Il blitz.
Eseguite anche venti perquisizioni nei confronti di altrettanti indagati. Nel corso dell’indagine sono stati sequestrati oltre 100 kg di hashish, oltre 6 kg di cocaina e, lo scorso novembre, anche della somma in contanti di 120mila euro contenuta in cinque pacchi sottovuoto occultati all’interno di un’autovettura.
Le indagini.
Le attività, coordinate dalla Dda di Palermo, hanno avuto inizio nel dicembre del 2021 e hanno permesso di ricostruire gli organici e il core delle famiglie mafiose di Porto Empedocle, Agrigento-Villaseta e i loro collegamenti con esponenti di spicco di Gela e del Vallone. Secondo gli investigatori a capo del gruppo empedoclino ci sarebbe stato Fabrizio Messina, mentre, tra gli agrigentini la figura di spicco sarebbe stata quella di Pietro Capraro. Magistrati e carabinieri, però, avrebbero registrato una certa instabilità degli equilibri raggiunti nel tempo, figlia anche della capacità di molti detenuti di mantenere i contatti con i rispettivi clan all’esterno. A ciò si aggiunge la facilità con cui gli associati potevano fare ricorso alle armi per compiere intimidazioni a commercianti e imprenditori, ma anche per contendersi gli spazi sul territorio.
«Un’improvvisa e allarmante recrudescenza di intimidazioni, dovuta anche ai tentativi di osteggiare l’egemonia del gruppo mafioso al vertice della famiglia di Agrigento-Villaseta» è stata evidenziata dai carabinieri che hanno avvertito, così, il rischio che si potesse dare vita a una nuova guerra di mafia.
Gli esponenti di vertice delle famiglie mafiose di Porto Empedocle e Agrigento-Villaseta, inoltre, dirigevano due distinte associazioni dedite al traffico di sostanza stupefacente che avrebbero acquisito, in sinergia tra loro, il monopolio nel settore nella provincia di Agrigento legato non solo con i gruppi criminali delle altre province siciliane ma anche con altri gruppi sia nazionali che esteri (Belgio, Germania e Stati Uniti).