Il completamento dell’autostrada del Brennero domani compie 50 anni. E ci ricorda che Gela e il profondo sud nel quale si affaccia, rappresenta la prima pietra miliare della E45, uno dei più lunghi «corridoi europei» con i suoi oltre 5 mila chilometri di sviluppo. Da Gela, appunto, alla punta estrema della Norvegia. Domani, uno dei tronconi italiani della mega arteria stradale, la A22 o Autobrennero, potrà spegnere 50 candeline. Nel suo sviluppo di 314 chilometri dal Brennero a Modena, attraversa sei province: Bolzano, Trento, Verona, Mantova, Reggio Emilia e Modena. È considerata una cerniera nel cuore del Vecchio Continente, un’importante via di collegamento tra l’Europa meridionale e quella settentrionale attraverso il passo del Brennero, luogo di unione ma anche di separazioni, e di storici incontri, su tutti quello tra Benito Mussolini e Adolf Hitler del 18 marzo 1940, ma anche quelli tra i vari ministri di Italia e Austria. L’A22 è, appunto strada europea (E45), che si sviluppa in 5.190 chilometri, dalla siciliana Gela alla norvegese Alta nel cuore della Lapponia. Non tutti sanno che, quindi esiste un sottile filo che lega l’antica città siciliana di origine greca, a quell’estremo nord del continente, città di aurore boreali, là dove nasce il mito di Babbo Natale.
Difficile crederci tenuto conto delle condizioni pietose in cui versa il primo tratto della E45, quello che parte appunto da Gela: curve e contro curve, rotatorie e rischi, fino a Modica e oltre, in quel tracciato della Siracusa – Gela mai partito e da sempre surrogato dalla vetusta e inadeguata Strada Statale Sud Occidentale Sicula: la Ss 115. Per questo si fa fatica a immaginarla come strada europea. E forse non basterebbe neppure il miglior miracolo di Santa Claus per farne un tratto veramente all’altezza della classificazione che per quel che ci riguarda rimane solo sulla carta. Ciò non di meno, buon cinquantesimo alla A22, tratto nobile della E45, anche da chi come noi la vede come tale solo sui cartelli stradali.