Dove sei nel tuo mondo?
di Emanuele Artale
Dove sei? È la domanda che Dio pone ad Adamo dopo che egli ha mangiato del frutto dell’albero, disobbedendo al Suo comando: “del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete” (Gn 3,3). Questa domanda dal tono diretto e severo in verità contiene tanto interesse e calore capace di far uscire Adamo dalla sua paura e dalla sua nudità: è la chiamata di Colui che, attraverso il nome, intende entrare in relazione con un amico che conosce sin dalle origini; è il voler stimolare in Adamo una reazione che corrisponda alla Sua provocazione; è il voler colpire il cuore di Adamo suscitando in lui la disponibilità ad essere colpito. Che strano! Dio Onnisciente e Onnipotente, coglie quel “ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto” di Adamo (Gn 3, 10) e lo trasforma in relazione di amore e di misericordia.
In effetti la domanda rivolta ad Adamo, Dio la pone a ciascuno di noi: “Dove sei nel tuo mondo? Dove ti trovi? Fin dove sei arrivato?” mostrando così il Suo interesse paterno che ci libera dalla paura e distrugge il nostro progetto di nascondimento, per dare spazio alla fiducia e all’amore.
Ma nel cammino della vita l’uomo reindirizza l’intervento a Dio stesso, inverte il destinatario e il mittente: “Dove sei Dio? Dove ti trovi? Dove ti nascondi?” rimanendo così nella paura e nella solitudine di se stesso. E’ il voler cercare Dio in modo tangibile e concreto per ricevere sicurezza e consolazione dinanzi alle proprie difficoltà e sofferenze.
Tra tanti luoghi più o meno concreti o veri, ce n’è uno in particolare in cui Egli si rende presente in modo reale: nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, nell’Eucarestia: “Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane…e disse: “Questo è il mio corpo”. Dopo la cena, prese il calice…e disse: “Questo è il calice del mio sangue. Fate questo in memoria di me”. In queste parole e in questo memoriale il Signore ha voluto lasciarci per sempre la Sua presenza rivelando così prossimità per mezzo di elementi semplici che sono il frutto del lavoro umano: pane e vino.
In occidente per devozione all’Eucarestia e in risposta agli errori di Berengario di Tours circa la presenza reale è nata nel 1264 la festa del “Corpus Domini” estesa da Papa Urbano IV a tutta la Chiesa universale. In questo giorno, oggi la domenica dopo la SS. Trinità, in Italia e in altri Paesi viene portata solennemente in processione la SS.ma Eucarestia.
Anche la nostra città di Gela, ogni anno vive in modo solenne e pubblico questa ricorrenza con la Liturgia Eucaristica concelebrata dai sacerdoti delle varie parrocchie e con la processione che successivamente si snoda verso la Chiesa Madre. E’ ancora una volta il Signore che come “uomo di Galilea” passa nelle strade della nostra vita pe rincuorarci e consolarci con la sua forza e il suo sostegno. E’ Lui come ha fatto con Adamo si interessa della nostra storia e ci domanda: “Dove sei? Perché ti sei nascosto?” per mezzo della sua presenza silenziosa e discreta. Forse di fronte a questo mistero di amore e di condivisione la nostra mente si smarrisce, la nostra razionalità non riesce a spiegare. Ci viene in aiuto san Tommaso che ci ricorda: “Tu non vedi, non comprendi, ma la fede ti conferma, oltre la natura” (Sequenza Corpus Domini).
Quest’anno, anche se con modalità differente, vogliamo celebrare con gioia questo Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, ricordandoci che Egli ci ha promesso di essere presente in mezzo a noi fino alla fine del mondo.