Gela, 22 milioni per l’area di crisi. Sostegno a turismo, ambiente, miniere, cave e manifattura
di Redazione
Ammontano a 22 milioni di euro i fondi destinati al rilancio delle attività imprenditoriali e alla salvaguardia dei livelli occupazionali nell’area di crisi industriale complessa di Gela. Nel pomeriggio ne ha discusso con un’ampia platea di imprenditori ed esponenti delle istituzioni l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo. Un cofinanzamento del Ministero delle Imprese (12 milioni dal fondo crescita sostenibile) e della Regione Siciliana (10 milioni dalle risorse del Programma operativo complementare 2014-20) per supportare gli investimenti produttivi sul territorio, da assegnare attraverso un avviso che sarà pubblicato il 28 marzo. Tamajo, dopo un incontro in Camera di Commercio, a Caltanissetta, è poi intervenuto nella pinacoteca comunale.
Presenti, tra gli altri, il sindaco, Lucio Greco e il dirigente di Agenda Urbana, Tonino Collura.
«Cerchiamo di accorciare – dice l’assessore regionale – le distanze tra istituzioni e mondo delle imprese. Siamo al lavoro con grande determinazione, senza guardare a nessun colore politico, cercando di rendere più attrattiva la nostra terra dal punto di vista imprenditoriale e produttivo per il bene della nostra Isola. Per i territori ricadenti nell’area di crisi industriale complessa il nuovo bando potrà attivare percorsi virtuosi».
«Vogliamo valorizzare investimenti che guardano al futuro e tutelare i lavoratori del comprensorio». Il nuovo bando, che sarà gestito da Invitalia, nasce dall’Accordo di programma siglato nel 2018 e prorogato sino a ottobre 2024.
La misura riguarda un’area che comprende 23 Comuni. Oltre a Gela, capofila, anche Niscemi, Mazzarino, Riesi, Sommatino, Butera, Delia, Marianopoli, Montedoro, San Cataldo, Serrafifalco, Santa Caterina Villarmosa e Caltanissetta, in provincia, mentre al di fuori dei confini nisseni, sono coinvolti Acate, Vittoria, San Cono, Caltagirone, Mirabella Imbaccari, San Michele di Ganzaria, Aidone, Barrafranca, Piazza Armerina e Pietraperzia. Destinatari della misura di sostegno saranno le imprese italiane ed estere, incluse società cooperative e consortili e reti di imprese (costituite da un minimo di 3 a un massimo di 6 soggetti), che presentino programmi con spesa ammissibile non inferiore a un milione di euro (1,2 milioni per le reti di imprese). Le attività che potranno ricevere i finanziamenti devono riguardare investimenti produttivi e investimenti nella tutela ambientale nei seguenti settori manifattura, servizi alle imprese, estrazione di minerali da cave e miniere, produzione di energia, solo per pmi. E ancora attività turistiche con codici Ateco 55 96.04. Tutti i programmi devono prevedere un incremento dei lavoratori occupati da realizzarsi entro 12 mesi dal termine degli investimenti o il mantenimento dei livelli occupazionali.
I benefici consistono in finanziamenti agevolati, per una quota non inferiore al 20 per cento degli investimenti ammissibili, della durata di 10 anni oltre a ulteriori tre anni di preammortamento. Contributi conto impianti a fondo perduto, calcolati a partire dal finanziamento agevolato concesso e fino a un massimo del 55 per cento, anche in base a localizzazione, dimensione di impresa, rating, regime di aiuto. Contributi diretto alla spesa a fondo perduto, relativi alle consulenze (pmi) e a progetti di innovazione dell’organizzazione e di processo, di formazione e di ricerca e sviluppo sperimentale. Il programma di investimento dovrà essere sostenuto finanziariamente dalle imprese nella misura minima del 25 per cento.