Gela ancora senza videosorveglianza. Il presidente dell’Antimafia: «Carenza grave»
di Redazione
«Sono preoccupato dal fatto che Gela non abbia un impianto di videosorveglianza, che è uno strumento importante per prevenire e contrastare la criminalità». Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia dell’assemblea regionale siciliana, dopo le audizioni svoltesi questa mattina in Prefettura. «Emerge – afferma l’esponente politico – che c’è ancora tanto da fare nei territori. Sono preoccupato perché in quest’area non esista un consorzio tra comuni per la gestione dei beni confiscati ma con questa parcellizzazione non andremo da nessuna parte. Sono preoccupato dal fatto che è scomparso il sistema dell’Antiracket che, in qualche modo, è uno strumento di promozione della cultura della denuncia e della individuazione anche dei fenomeni che Cosa Nostra utilizza per finanziarsi attraverso le estorsioni e per finanziare familiari dei carcerati e i carcerati stessi. Insomma c’è tanto lavoro da fare e credo che la commissione con questa audizione stia raccogliendo tutti gli elementi necessari per chiamare la società civile, a partire dal ruolo dei comuni, a una reazione e a un impegno mobilitante contro la mafia».
Dopo aver incontrato il prefetto, Chiara Armenia, e i vertici delle forze dell’ordine la commissione ha ascoltato il procuratore generale facente funzioni della corte d’Appello, Antonino Patti, e il procuratore Salvatore De Luca. Nel pomeriggio saranno sentiti i sindaci di Gela, Lucio Greco, e Caltanissetta, Roberto Gambino, e quelli degli altri centri della provincia. Ai lavori della commissione hanno preso parte anche i parlamentari regionali Roberta Schillaci (M5s), segretaria della commissione, Michele Mancuso (Forza Italia) e Carmelo Pace (Nuova Dc), componenti dell’organo parlamentare.