Il territorio di Gela è un centro di spaccio della droga, ma anche luogo di deposito e di transito della sostanza stupefacente, dalla marijuana alla cocaina. Non solo. Aumentano anche le armi ritrovate nelle abitazioni degli spacciatori, con un nuovo fenomeno: c’è chi le armi se le costruisce da solo. Con un fai da te, realizzando armi sfuggite alle immatricolazioni. Lancia l’allarme il procuratore facente funzione di Gela, Lucia Musti, dopo le ultime due operazioni che hanno portato all’arresto di quattro persone tra Gela e Niscemi in meno di 48 ore.

«Quello della droga – dice il procuratore – è un allarme ben fondato. E ha giustificato l’intensificarsi delle operazioni per colpire il fenomeno, portando a casa questi risultati, mai a questi livelli. Sono due classici casi di interventi della Polizia di Stato, in questo caso, che procede al sequestro, alla perquisizione e all’arresto in flagranza di reato. Il primo approccio è quello delle forze dell’ordine. Ma non c’è solo un allarme droga, c’è anche un problema relativo alle armi. Dal punto di vista statistico è altissima la probabilità che quando si va a casa di un cittadino gelese, nel territorio, spesso noi troviamo armi detenute illegalmente, armi clandestine, con matricole abrase. Fucili a canne mozze, una quantità enorme di bossoli e cartucce».

«E colpisce – afferma Musti – anche che si muniscano di impianti di videosorveglianza. Evidentemente vogliono anche controllare chi entra e chi esce, a tutela degli ambienti nella loro disponibilità. A volte abbiamo trovato anche armi che vengono costruite, e che quindi sfuggono alla immatricolazione».

Il magistrato sottolinea anche la caratura dei quattro arrestati.

«I personaggi coinvolti nelle operazioni disponevano di materiale utile a tagliare, pesare, confezionare. Vuol dire che anche l’allarme lanciato più volte dai media locali e dalla Procura, unitamente alle forze dell’ordine, ovvero di Gela quale centro rilevante di spaccio, esiste ed è concreto. Simili quantitativi inducono a ritenere che la città non sia solo una piazza di spaccio. La quantità è talmente tanta che potrebbe essere luogo deposito e inquieta anche perché sul territorio insistono insediamenti mafiosi».