Gela: maxi rissa in via Cascino rischia di sfociare in tentato omicidio, sei misure cautelari
di Redazione
La criminalità attacca, lo Stato risponde. Malviventi compiono atti che rischiano di destabilizzare l’ordine sociale, le forze di polizia rispondono con arresti e perquisizioni. Martedì pomeriggio l’efferato tentativo di omicidio di due persone, in via Venezia, per mano di due killer in sella a uno scooter. Pochi giorni prima una maxi rissa davanti a un negozio di generi alimentari in via Generale Cascino. Nella notte le prime risposte dello Stato. Un blitz in piena regola, con cinque arresti (due in carcere, tre ai domiciliarei) e un obbligo di firma. Sono tutti romeni. Due misure sono state eseguite intorno all’una e trenta, sulla centralissima via Generale Cascino, strada su cui si affacciano bar, paninerie e pizzicagnoli, punto di ritrovo, giorno e notte, di clienti e avventori. Due persone a bordo di un’auto sono state inseguite e bloccate dalle pattuglie della Polizia di Stato. Gli agenti sono scesi dalle auto d’ordinanza e hanno intimato ai due sospetti di scendere. Poco dopo li hanno ammanettati e caricati su una volante. Poi sono partiti a gran velocità e sirene spiegate.
I sei provvedimenti non sono legati alla sparatoria di martedì pomeriggio, bensì alla violenta rissa, sfociata in tentato omicidio, avvenuta sulla via Cascino il 12 agosto scorso. Sullo sfondo i contrasti tra due gruppi di romeni, da anni residenti a Gela, che si fronteggiano da settimane per futili motivi.
«È stata data esecuzione – spiega la questura – a sei misure cautelari emesse dal Gip, su richiesta della Procura, a seguito di indagini della Polizia di Stato, nei confronti di persone indagate per i reati di tentato omicidio e rissa».
Stamane, in procura, sono stati svelati i dettagli dell’operazione.
Due episodi avulsi l’uno dall’altro, la spararoria e la rissa, accomunati però dall’allarme sociale che hanno destato nella popolazione.
Il 12 agosto in via Cascino si erano fronteggiati due gruppi contrapposti di romeni, dando luogo a una vera e propria guerriglia urbana, con lancio di bottiglie e uso di bastoni, noncuranti delle moltissime persone che a quell’ora affollano la zona. Secondo quanto emerso dalle indagini, tra le due fazioni non correva buon sangue dopo una prima rissa avvenuta la sera del pimo giugno, davanti a un bar di via Bresmes.
Due mesi dopo la ritorsione, in via Cascino: una sequenza di colpi di inaudita violenza è stata immortalata dai sistemi di videosorveglianza. Impietosa la scena in cui uno dei contendenti, finito al tappeto, tramortito, viene colpito ripetutamente alla testa con calci e pugni dall’antagonista.
«Alcuni degli indagati – spiegano gli investigatori – sono semianalfabeti, avevano quasi difficoltà a comprendere la traduzione in romeno degli atti dell’indagine». Uno di loro lavora in un panificio, l’altro nei campi, altri ancora sono disoccupati.
Dopo la prima lite in centro è scattata la vendetta, secondo regole di un codice efferato e spietato. Il più grave dei feriti nella rissa del 12 agosto, quello preso a calci, ha riportato 8 giorni di prognosi.
Ma lo scenario, l’efferatezza e le risultanze investigative, hanno spinto la procura a contestare il reato di tentato omicidio a uno degli aggressori.
Tesi condivisa dal Giudice per le Indagini Preliminari.
(Nella foto in alto un fotogramma della sequenza ripresa da un’attività commerciale della zona teatro della rissa)