Gela: assembramenti e violazioni delle norme anti covid, controlli straordinari disposti dal prefetto
di Redazione
Un servizio coordinato di controllo è in corso da venerdì su tutto il territorio comunale, disposto dal prefetto di Caltanissetta, Chiara Armenio, e coordinato dalla questura. Sul campo stanno operando pattuglie del commissariato di polizia, del reparto territoriale dei carabinieri, del comando gruppo della guardia di finanza e della polizia municipale, con il supporto del militari dell’esercito. L’operazione è stata decisa dopo continui episodi di violazione delle norme anti covid, in alcuni casi filmati e ripresi da cittadini che li hanno diffusi attraverso i social, rendendo un’immagine non certo positiva. Violazioni che, è chiaro, si registrano un po’ ovunque: la gente è stanca delle restrizioni in atto oramai da oltre un anno e, pure in presenza di una forte emergenza sanitaria, risulta difficile coniugare le esigenze di libertà (soprattutto dei ragazzi) al rigoroso e necessario rispetto delle norme anti assembramento. I controlli hanno interessato anche le zone a maggiore rischio di assembramento: i play ground di basket sul lungomare, la zona dei muretti a Macchitella, la via Parioli a Caposoprano, luoghi di ritrovo dei più giovani. Ma anche il corso principale, il piazzale della stazione e le piazze cittadine, in passato caratterizzati da incontri e assembramenti. Luoghi che, giovedì scorso, erano stati dichiarati off limits dal sindaco, Lucio Greco, con apposita ordinanza che ne consente il solo transito a piedi o in auto (ove permesso) ma inibisce alle persone di fermarsi a parlare o stazionarvi.
Un provvedimento che aveva di fatto scattare per la città di Gela una sorta di pre zona rossa, o arancione scuro, in considerazione dell’aumento repentino dei casi di contagio, passati in pochi giorni da circa 40 a oltre 300.
Non solo (o sempre) multe, ma anche un’azione di moral suasion per i cittadini che, magari, distrattamente girano senza mascherina o commettono altre piccole violazioni. Sanzioni, invece, nei casi più gravi o nei confronti di indolenti e recidivi.