Gela, bruciavano scarti di lavorazione edile. Scatta il blitz dei militari della Capitaneria
di Redazione
Nei giorni scorsi militari del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale in forza al Comando in intestazione, a seguito di un’attività di appostamento e pedinamento, ha individuato personale di una società edile locale, intento a bruciare rifiuti speciali derivanti dall’attività di ristrutturazione di un fabbricato sito in località Manfria. I militari, dopo aver appurato, mediante diversi giorni di appostamenti, che si trattava di una prassi nell’ambito della gestione dei rifiuti prodotti dalla ditta, sono intervenuti prontamente al fine di far cessare la fattispecie antigiuridica riscontrata.
Durante l’ispezione sono emerse, altresì, numerose altre criticità afferenti la gestione del deposito temporaneo di rifiuti, risultato essere incontrollato, andando, di fatto, a deturpare una zona rientrante nella fascia tutelata ex lege dal d.lgs 42/2004, a meno di 100 metri dalla linea di battigia, nonché caratterizzata dalle dune naturali sovrastate da una rigogliosa macchia mediterranea.
Le aree in questione, per un’estensione di circa 1.000 metri quadrati, sono state poste sotto sequetro preventivo ai sensi dell’articolo 321 c.p.p. e al titolare della società è stato contestato il reato di cui all’articolo 256 bis, d.lgs 3 aprile 2006, n. 152, per la combustione illecita di rifiuti speciali, il quale prevede la pena della reclusione da 2 a 5 anni, fattispecie aumentata di 1/3 trattandosi di fatto commesso nell’ambito dell’attività di impresa, nonché il reato di cui all’articolo 256, comma 2 del medesimo Testo Unico, per il deposito incontrollato di rifiuti.
Il trasgressore dovrà, in solido con il proprietario dei luoghi, provvedere al ripristino ambientale della zona. Rimane costante l’attenzione alle tematiche ambientali da parte del personale della Capitaneria di porto di Gela su tutto il territorio di giurisdizione.