Gela – Butera: «spengono» semaforo sulla frana, in curva pericolosa. Forse tentavano di rubarlo. Follia nella notte
di Redazione
Questi non sono ladri, sono pazzi. Ci scuseranno il termine diretto i nostri lettori (e gli interessati, qualora s’imbattessero in questa lettura). Perché si può accettare tutto, la difficoltà, la delinquenza, la fame. Ma tentare di rubare un semaforo o manometterlo allo scopo di rubare una lampada, qualche cavo elettrico o al massimo raccattare una batteria usata, è veramente troppo. Soprattutto se il semaforo in questione da qualche ora regola un tratto pericolosissimo della Sp8 Gela – Butera dove mezza carreggiata è chiusa per frana. L’episodio è avvenuto la notte scorsa, a cinque chilometri da Gela. L’impianto, posto dalla Provincia giovedì scorso, è tornato a funzionare grazie al tempestivo intervento dei tecnici. Il tratto in questione è all’uscita di una curva pericolosa. Per fortuna non c’è scappata la tragedia perché in assenza segnalazione poteva accadere che due auto in piena notte potessero imboccare con senso di marcia opposto la stessa curva nell’unica carreggiata libera, quella ovest. Il resto della strada è infatti franato.
Le buone notizie però non sono solo quelle legate al mancato furto e al fatto che non ci siano stati incidenti. Nelle prossime ore, infatti, grazie alla volenterosa azione dei tecnici della provincia, il geometra responsabile Carmelo Cirignotta e il funzionario geometra Stefano Lo Iacono, dell’imprenditore Salvatore Di Trio e della comunità buterese che ha svolto un certo pressing, con in testa il vicario, don Aldo Contrafatto, la strada verrà riaperta al transito perché domani è previsto un intervento conclusivo di riposizionamento del manto stradale mediante misto di cava.
Un opera meritoria quella svolta a titolo gratuito e di generosità dall’imprenditore Di Trio, il quale come tante altre operose Partite Iva di Butera e Gela, ha l’azienda proprio sulla Sp8. La paventata chiusura definitiva della strada sarebbe stata una sciagura per tutti. Per le aziende, ma anche per la sicurezza dei cittadini. L’ambulanza, infatti, in caso di soccorso urgente, avrebbe dovuto fare il giro dalla SS626 con rischio della vita del paziente (in caso di malore grave). Idem le auto di servizio delle forze dell’ordine, dei Vigili del fuoco. Senza trascurare i numerosi lavoratori pendolari.
Ancora buone notizie. E a questo punto dobbiamo fare una piccola precisazione rispetto all’articolo pubblicato ieri. Nessuna sparizione del finanziamento da 550 mila previsto dalla Regione. Il fondi sono solo congelati in attesa del decreto che dovrebbe essere imminente. Ma gli investimenti per la Gela – Butera sono anche maggiori. Nei prossimi mesi dovrebbero ammontare a circa due milioni. Ecco rapidamente l’elenco:
- 580 mila euro per sistemare le frane ai chilometri 5 e 19 della strada, una a valle, zona «Cipollina», l’altra più a monte, zona «Burrone Contrasto». La carreggiata sarà ricompattata e riasfaltata in entrambi i due tratti.
- 290 mila euro già appaltati, mancano solo i dettagli, per manutenzione dal chilometro 22 al chilometro 26.
- 550 euro per il piano viario di manutenzione dal chilometro 10 e il chilometro 16.
- Ci sono anche i fondi della programmazione 2020-21 per lavori tra il chilometro 1 e il chilometro 6 della SP 8, zona Butera e sulla SP8 Bis, sotto Butera. Anche in questo caso sono previsti circa 300 mila euro.
Nel caso in cui la burocrazia dovesse velocizzare i passaggi i primi cantieri cingolati potrebbero apparire nelle primissime settimane di Maggio.
Già, ma quale burocrazia? Quella fattiva e operosa o quella accomodata e cavillosa? Nel primo gruppo, quella dei bravi funzionari, vorremmo mettere di diritto i geometri Cirignotta e Lo Iacono, i quali, di domenica, senza guardare l’orologio, stamattina erano sul posto per controllare lo stato della frana e far ripartire i semafori.
Uno dei due oggi aveva una ricorrenza: i 25 anni di matrimonio. Ma con la signora fuori città e lui a combattere con la Sp8 la «promessa» è stata possibile solo via WhatsApp. La fede e l’amore ai tempi del Coronavirus.
Dove le difficoltà ci sono, ma la buona volontà, talvolta, non conosce confini.
Auguri.