A 80 giorni dall’election day del prossimo 9 giugno le sensazioni che si avvertono tra i corridoi del palazzo, ai tavoli di quel tal ristorantino sul lungomare o al banco di quel noto bar all’ingresso, sono sostanzialmente due: l’incertezza da un lato, l’azzardo dall’altro. I partiti giocano pericolosamente con la clessidra in mano. Il tempo inizia a essere nemico. Quei giorni, infatti, più che ottanta sono in realtà una cinquantina: tra le 8 del mattino del 10 e la mattina dell’11 maggio, candidati e coalizioni dovranno discendere la breve rampa dell’ufficio elettorale di via Donizetti, con elenchi vidimati e carte in regola, e depositare le liste.
Ma a oggi, cosa abbiamo? Solo una lunga schiera di aspiranti, tutti avvolti da una fitta nebulosa chiamata, appunto, incertezza.

Qualcuno, però, è partito prima. Soprattutto nell’area progressista.
Per – Progressisti e Riformisti, costola del Pd e con affaccio sull’area civica, tira dritto con l’onorevole Miguel Donegani, decisissimo player della prossima battaglia elettorale. Filippo Franzone è invece sostenuto dal movimento Franzone Sindaco.
Al civismo, ma con connotazioni politiche marcate, guarda con fiducia la coalizione formata da Una Buona Idea, Civico Lab, Movimento Cinquestelle e Partito Comunista, che ha in Terenziano Di Stefano, il proprio frontman e pure lui già candidato ufficiale. Area, quest’ultima, che spera ancora nel sostegno del Pd. E i Dem? In in caso contrario, avrebbero solo due opzioni alternative: andare da soli verso la gloria o la catarsi, sfruttando nomi e carature politiche dell’onorevole Lillo Speziale o dell’ex general manager della Provincia, Piero Lo Nigro, oppure, guardare a un’alleanza con parte del centro e della galassia civica.

Già, quale centro?
Al momento in questa vasta e fluida area fanno capolino i nomi dell’uscente Lucio Greco, del possibile candidato Mpa, Rosario Caci e della new entrey Grazia Cosentino, ipotesi, questa, cara alla Nuova Dc e a Forza Italia.

Se questo fosse lo scenario bisognerebbe chiedersi cosa ne sarà del centrodestra, almeno come lo abbiamo immaginato fino a qualche settimana fa.
Qualcuno sussurra che sul nome della lady potrebbero convergere anche i Fratelli d’Italia e che anzi, l’accordo, sarebbe stato battezzato già a Palermo. Pure la Lega o parte di essa potrebbe convincersi. E alla candidatura dell’ingegnera ex dirigente comunale, anche i vertici locali di Italia Viva inizierebbero a guardare con interesse.
E il candidato ufficiale di Fdi, Vincenzo Casciana, rimarrebbe in campo? Veramente i Fratelli, dati quale partito con i favori della vigilia, meditano un harakiri? Potrebbero essere solo voci. Ma in queste ore filtrano manovre di «vip» dell’area meloniana pronti perfino a tirarsi fuori (in caso di pasticcio), valutando liste autonome.
E il consigliere Salvatore Scerra, medita di gettarsi nell’arena? È una possibilità concreta. Pare vacilli di fronte agli inviti sempre più pressanti e accorati di amici e sostenitori, delusi dal modo in cui il centrodestra stia dipanando la matassa. Sul nome di Scerra converge da tempo l’appoggio di Salvatore Sammito, presidente del consiglio comunale e Gabriele Pellegrino, entrambi capaci – alle ultime comunali – di far saltare il jackpot oltre quota 800 preferenze (al pari di Scerra). Sull’asse Scerra – Sammito potrebbero convergere pure l’onorevole Pino Federico, come anche parte della Lega e dei moderati. Abbiamo scritto abbastanza per favorire l’insorgenza di un mal di testa nei nostri amati lettori? Allora meglio fermarci qui. Aspettando che l’analgesico faccia effetto e che la nebulosa schiarisca, lasciando vedere in maniera più nitida i nomi dei candidati alla carica di sindaco. Ma a sensazione temiamo che ci vorrà ancora tempo. E anche parecchio.