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COMMISSIONE | Prefettura

Gela: «Comanda ancora Cosa nostra». L’Antimafia conclude i lavori


di Redazione

Gela: «Comanda ancora Cosa nostra». L’Antimafia conclude i lavori
cronaca
17 Apr 2023

«Esiste la Stidda ma la presenza dominante è quella ancorata al modello tradizionale organizzato per mandamenti, con famiglie che tramandano il loro potere e che hanno interessi nell’agricoltura e nel traffico di droga». Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia, al termine dell’audizione in settimana in prefettura. «La commissione Antimafia è qui per creare le condizioni di una mobilitazione civile che possa rompere il muro dell’indifferenza. Lo Stato qui è consapevole e attrezzato verso le sfide che pone il contrasto alla mafia».

«Non esistono associazioni Antiracket e non c’è un consorzio tra Comuni per la gestione dei beni confiscati e con questa parcellizzazione non andremo da nessuna parte. Credo che si debba fare un salto di qualità, perché qui si gioca la credibilità dello Stato: le risorse sottratte ai mafiosi vanno restituite alla comunità. Tra l’altro nel Pnrr c’è una misura specifica sui beni confiscati, vedremo come ragionarne insieme ai sindaci di tutta la provincia».

In realtà a Gela, dopo le note vicende che hanno interessato l’ex presidente dell’associazione Fai Antiracket, lo zoccolo duro del gruppo sta provando a riorganizzare le attività. Ma è innegabile che il colpo, anche sul piano mediatico e della fiducia è stato forte e che tanta è la strada da rifare.

Cracolici, con alcuni componenti della commissione dell’Ars, ha incontrato i vertici istituzionali e i sindaci della provincia.

«Estorsioni, traffico di stupefacenti – ha aggiunto Cracolici – possibilità di pressioni sui fondi Pnrr nel settore degli appalti, centinaia di beni confiscati non ancora trasferiti alla gestione sociale del terzo settore: sono alcune delle criticità emerse dopo l’audizione. Ma sono preoccupato anche per la scomparsa del sistema dell’antiracket che, in qualche modo, è uno strumento di promozione della cultura della denuncia e della individuazione anche dei fenomeni che Cosa Nostra utilizza per finanziarsi attraverso le estorsioni e per finanziare i detenuti e i loro familiari».

Sempre sul piano della legalità, come riportato da Today 24 nell’edizione di giovedì, Cracolici si è detto preoccupato dal perdurare dei ritardi per l’attivazione del sistema di videosorveglianza.

«La legalità – ha concluso Cracolici – va costruita anche con sistemi di prevenzione oltre che di controllo. Ad esempio, a Gela, non è ancora stato installato un sistema di videosorveglianza, che è uno strumento importante per prevenire e contrastare la criminalità».


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