Gela, coro contro l’inceneritore di rifiuti. Di Paola e Damante: «Faremo le barricate»
di Redazione
Il progetto di inceneritore sembra destinato a un tonfo, almeno stante alla levata di scudi da parte del Movimento Cinquestelle, accreditato di essere il primo partito in Sicilia e assolutamente contrario al piano del governatore Musumeci. Pronto a opporsi pure il sindaco, Lucio Greco, su una scelta calata dall’alto che ritiene ai limiti dell’offensivo. Altrettanto contraria la posizione del Pd, il quale si dice possibilista sui termovalorizzatori ma non senza un confronto politico preliminare.
«Gela e i gelesi non sono pattumiera – dicono in una nota congiunta Nuccio Di Paola, capogruppo all’Ars e indicato coordinatore regionale M5S e la parlamentare Ketty Damante – né di Musumeci né della sua sgangherata maggioranza. Annunciare a pochi mesi dalle elezioni la costruzione di un inceneritore nella città del Golfo è penoso. In una città dove mancano strade, ospedali, acqua e agricoltura, Musumeci pensa all’affaire rifiuti. Noi lo impediremo strenuamente. Inceneritori? Mai, men che meno a Gela».
«Il nostro gruppo parlamentare – spiegano – ha già presentato una mozione che prevede la sospensione delle iniziative tendenti alla realizzazione di inceneritori di rifiuti, ma per Musumeci l’unica città sacrificabile è sempre Gela e i gelesi, sempre cittadini senza dignità. Studi, anni di programmazione, piani di risanamento, istituzioni di aree protette, aree Sin e vincoli ambientali vari, e poi arriva Musumeci e ci fa questo bel regalo. A Militello i cavalli e a Gela la munnizza… Vediamo se i gelesi hanno compreso il danno che hanno fatto a loro stessi votando il centrodestra nelle scorse elezioni regionali».
Questa, invece, la posizione del Pd, con le parole del segretario regionale, Anthony Barbagallo.
«Il Pd – dice – non ha nessun pregiudizio sui termovalorizzatori. Ma più volte abbiamo illustrato gli errori di fondo di una scelta che arriva, ormai fuori tempo massimo e senza alcun confronto. Mentre il governo del nulla si è arrovellato per tutta la legislatura su un piano rifiuti vuoto e inutile».
«Al governo – afferma – anche con una interrogazione a mia firma e senza alcuna risposta, abbiamo fatto presente che vi sono elementi di incompatibilità ambientale per il sito di Pantano d’Arci, nel Catanese, in cui si intende realizzare un impianto di compostaggio. Desta inoltre perplessità anche l’area di Gela».
«Al vetero fascista Musumeci – dice ancora Barbagallo – riguardo ai termovalorizzatori in Sicilia, dico che il sindaco di Roma Gualtieri, definito “post comunista”, ha utilizzato, a differenza sua, uno strumento democratico a lui sconosciuto: la concertazione. Un tema delicato come questo avrebbe dovuto suggerire a Musumeci cautela e dialogo e non – conclude – l’ennesimo annuncio a pochi mesi dalle elezioni regionali».
Amareggiato il sindaco di Gela, Lucio Greco.
«Con un lancio di poche righe – afferma – noi istituzioni e la città intera abbiamo appreso dagli organi di stampa che la Regione ha individuato Gela per la realizzazione di uno dei due termovalorizzatori da creare in Sicilia. Superato il momento dell’incredulità, vogliamo chiarire che il nostro non è un no a prescindere all’impianto, ma alle scelte calate dall’alto senza alcuna concertazione».
«Si faccia – dice greco – uno studio approfondito e si spieghino alla città tutti i pro e i contro di una simile operazione: economici, industriali, imprenditoriali, occupazionali, sociali e ambientali. Avremmo gradito essere informati prima dell’annuncio ufficiale – continua Greco – e, di certo, sarebbe stato corretto anche nei confronti della comunità locale avviare un momento di confronto, approfondimento e analisi».
«La giunta – afferma il sindaco – ha chiesto e ottenuto un incontro urgente con il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè. Sicuramente, si creeranno nuovi posti di lavoro, ma quali sono i rischi di questa operazione in termini di salute pubblica e di inquinamento? Parliamo di un territorio che è ufficialmente riconosciuto come area ad alta crisi di incidenza ambientale, che ha già pagato un prezzo altissimo in termini di deturpamento del territorio, che sta cercando di guardare al futuro e di assecondare le sue vocazioni naturali improntate alla bellezza e al turismo. Per cui – conclude Greco – chiediamo che si faccia un’analisi approfondita, completa e seria prima di scegliere il sito per il termovalorizzatore. Non accetteremo diktat».
Nota della redazione. Qualche lettore ci ha contattato precisando che inceneritore (termine utilizzato nel nostro precedente articolo, quando annunciammo in anteprima la scelta del governo Musumeci) è cosa diversa dal termovalorizzatore, impianto che vorrebbero realizzare a Gela. AltroComsumo, però, chiarisce che non vi è alcuna differenza sostanziale in termini di inquinamento e impatto ambientale tra un inceneritore e un termovalorizzatore:
«Nonostante una differenza di terminologia, a livello pratico non c’è una reale distinzione tra un inceneritore e un termovalorizzatore: sono entrambi impianti progettati per lo smaltimento dei rifiuti mediante combustione. Semplicemente con il secondo termine viene esplicitato che l’eliminazione dei rifiuti che avviene in queste strutture produca energia».