Gela: cratere del VII secolo e coppetta con raffigurazione di Triskeles mai restituiti al museo. Mulè: «Storicizzazione negata»
di Redazione
Un cratere a volute e figure rosse risalente, una coppa in terracotta con raffigurazione di Triskeles, probabilmente il primo esempio di figurazione della Trinacria, rinvenuto nel 1964 dal professor Piero Orlandini durante scavi in contrada Bitalemi. Reperti datati tra il V e il VII e il V secolo avanti Cristo, di indubbio valore archeologico che malgrado siano passati anni, decenni, non sono mai stati restituiti alla collettività ma rimangono esposti in altri musei. A sottolineare l’ennesimo caso è il professor Nuccio Mulè, cultore di patrie memorie, autore di numerose pubblicazioni.
«Il cratere riprodotto nella foto – dice Mulé – con scene di amazzonomachia e centauromachia a figure rosse, proviene dagli scavi archeologici realizzati verso la fine dell’Ottocento a Terranova di Sicilia. Trasferito al Museo archeologico di Palermo vi rimase fino al 1967, anno in cui fu destinato al museo archeologico di Agrigento, invece che al Museo di Gela, quest’ultimo inaugurato nove anni prima, nel 1958».
«La piccola coppa – afferma – venne rinvenuta durante gli scavi condotti dal professor Orlandini. Prima esposta a Gela, nel 1970 venne trasferita temporaneamente ad Agrigento. Non è mai stata restituita a Gela».
«La storicizzazione dei reperti archeologici archeologici vale per tutti i musei del mondo. Tranne per quello di Gela»