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AMBIENTE | Idee che tornano

Gela: dal waste to fuel alla hydrogen valley. Si torna a parlare trattamento dei rifiuti?


di Redazione

Gela: dal waste to fuel alla hydrogen valley. Si torna a parlare trattamento dei rifiuti?
attualità
26 Ott 2023

L’idea è quella di un grande impianto chimico che partendo dai rifiuti produca materiali nobili. Progresso, insomma. Ma a quale prezzo? Due anni fa era circolata con forza l’ipotesi di realizzare un polo waste to chem (prodotti chimici e dai rifiuti). «Ci vogliono piazzare un mega inceneritore», aveva tuonato la galassia ambientalista e soprattutto il Movimento Cinquestelle. «Cavolate, avevano replicato i fautori del progetto, non bruceremo alcunché». Tutto era nato dal governo Musumeci e dall’idea di realizzare in Sicilia due impianti di trasformazione. Una importante holding nazionale aveva pensato di utilizzare un’area del petrolchimico di Gela. L’idea era stata stoppata sul nascere pare sia definitivamente tramontata.

Anzi, no.

Nelle stanze che contano, da settimane, circolano voci di grossi investimenti, di aziende polacche e anche – sembra – di un polo dell’idrogeno. Solo che – dalle notizie che arrivano – non si tratterebbe del polo «green», come ventilato a suo tempo, ma un impianto di trasformazione di rifiuti: waste to hydrogen. Cambia il nome, cambia il prodotto finale – non più materie prime per la chimica ma idrogeno – non cambia invece l’interesse dei grandi colossi per le aree dismesse del petrolchimico.

Per questo ambientalisti e Cinquestelle sono tornati a drizzaere le antenne.

È corretto dire che viviamo in una fase di transizione energetica. E che uno dei grandi poli dell’idrogeno verrà realizzato a Roma. Inutile fasciarsi la testa.

Se perfino a pochi chilometri dal Colosseo si ipotizza un mega impianto, perché scandalizzarsi.

Colpisce, però, che quando si parli di Gela ai «colossi» venga in mente solo di realizzare impianti altamente impattanti, come se il tributo pagato in questi sessant’anni dalla popolazione non fosse stato sufficiente. E se ne torna a parlare proprio adesso che la città sembra proiettarsi tiepidamente verso un futuro turistico, con la valorizzazione del mare, delle spiagge e dell’inestimabile valore dei suoi beni culturali.

L’idea del polo dell’idrogeno, ovvero, di una sorta di Hydrogen Valley in Sicilia (a Gela?), è stata confermata stamane a Palermo da Giacomo Rispoli, amministratore delegato di “MyRechemical” del gruppo “NextChem”, consociata di “Maire Tecnimont” e presidente del gruppo di lavoro transizione energetica dell’Associazione italiana di ingegneria chimica. Rispoli, due anni fa, fu il principale fautore del progetto Waste to Fuel (volgarlemte e inopportunamente definito «inceneritore» dai più), poi rimasto nei cassetti. Oggi è lo stesso autorevole rappresentante del mondo industriale, già presidente e amministratore delegato della Raffineria di Gela spa ed ex manager di primo piano del gruppo Eni, a lanciare l’idea di una Hydrogen Valley. Ne ha parlato stamane, a Modello, durante il congresso Aidic sulla transizione energetica, ambientale e digitale.

A Roma sarà realizzata la prima Valley d’Europa che consiste nel mandare i rifiuti municipali solidi e le plastiche non più riciclabili per convertirle in idrogeno o in altri componenti chimici. Il primo progetto del gruppo ‘NextChem’ ha riscontrato successo in Europa.

«La direzione generale – dice Rispoli – della concorrenza dell’Unione Europea ha riconosciuto la concessione di un contributo a fondo perduto di 194 milioni che si configura come un aiuto di Stato dato alla compagnia ‘NextChem’ proprio perché è stato considerato d’importanza strategica per l’Europa».

E in Sicilia?

«Per avviare la proposta progettuale – afferma – abbiamo bisogno del confronto con l’assessorato Energia e Rifiuti della Regione, dal quale parte l’iter autorizzativo per questi impianti, che è il provvedimento unico ambientale regionale».

Ma, oltre ai rifiuti, per passare al cosiddetto sistema ‘waste to hydrogen’ servono le aree industriali per realizzare gli impianti.

«Abbiamo bisogno – dice – di interlocutori che mettano a disposizione le aree, ma qui abbiamo quelle che già esistono per esempio di Eni e non solo. Quindi, senza richiedere occupazione di nuovo suolo utilizzeremmo aree esistenti. In particolare, voglio sottolineare l’altra componente fondamentale, le grandi competenze umane e professionali che abbiamo in Sicilia. Siamo in una fase di ‘energy transition’ – conclude – molti di questi siti dovranno essere in parte riconvertiti. Il progetto di ‘Hydrogen valley’ in Sicilia si potrebbe anche configurare come primo tassello di riconversione di siti industriali importanti».

Rifiuti da convogliare e trasformare, un petrolchimico con aree dismesse e un’idea di impianto (probabilmente impattante).

Qualcuno, nei gruppi ambientalisti gelesi, parla apertamente di déjà vu.


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.