«Mi riferiscono che qualcuno sta mettendo in giro voci, ma io sono stato chiarissimo: PeR ha avuto una grande legittimazione alle elezioni amministrative. Nessuno andrà al mare, andremo a votare secondo coscienza». Sono le parole di Miguel Donegani, candidato sindaco al primo turno, alla vigilia del ballottaggio. Donegani non si schiare né con Terenziano Di Stefano, né con Grazia Cosentino. «Dopo alcuni incontri – spiega l’ex parlamentare regionale del Pd – e colloqui tra me e Distefano, durante i quali ho ribadito che la lista PeR non è interessata a posti in giunta o assessorati, ma solo ad un eventuale apparentamento tecnico, che avrebbe consentito di incrementare la nostra rappresentanza in Consiglio Comunale senza tradire i nostri principi, questa ipotesi non è più sul tavolo. Ho apprezzato l’interessamento e l’impegno di Distefano, ma è l’ennesima dimostrazione dell’eccessiva incidenza dei partiti e dei soliti noti sulle scelte della sua coalizione che non lasciano autonomia ai sindaci».
Non al mare, quindi, ma a votare, secondo coscienza.
Certo non ci vuole un grande sforzo per comprendere che l’elettore di PeR si trova dinnanzi a una scelta. Fallito l’apparentamento tecnico, che avrebbe garantito, in caso di vittoria di Di Stefano il secondo e forse anche il terzo seggio in consiglio, è chiaro che un voto sulla Cosentino garantirebbe quantomeno la certezza dell’unico seggio, appannaggio di Paolo Cafà. Questione di logica.
«Io non dirò mai – conclude Donegani – di andare al mare. Ci esprimeremo secondo coscienza. Sottolineo solo il risultato elettorale: davanti a Mpa, Cinquestelle, Italia Viva, a pochi decimali da Dc, Fratelli d’Italia e altri. Siamo un movimento forte, io sono un leader politico, non un amministratore di condominio. Siamo seri e andremo alle urne».