Si chiama «Nonsietesoli» il progetto di sostegno ai ragazzi contro i disturbi alimentari. Da docenti e dirigenti l’appello: servono esperti e supporto famiglie. Secondo i dati dell’Associazione italiana dietetica, ansia e l’isolamento indotti dalla pandemia hanno contribuito a far crescere i disturbi alimentari fra bambini e adolescenti. Un incremento pari a circa il 30 per cento nel periodo di piena pandemia, da febbraio 2020 all’anno successivo. Cosa può fare la scuola per intervenire positivamente? Quant’è importante il ruolo della mensa scolastica e quali sono i progetti di educazione alimentare destinati agli alunni?

Tra i tanti progetti di educazione alimentare avviati dal mondo della scuola su scala nazionale merita una menzione quello dell’ex Primo Comprensivo, oggi istituto «Don Bosco» di Gela, diretto dalla professoressa Rosalba Marchisciana. «Prima delle festività natalizie – afferma la dirigente scolastica – abbiamo realizzato un percorso di educazione alimentare. In maniera interdisciplinare è stata creata plasticamente la piramide alimentare, anche attraverso alcuni giochi in lingua inglese, francese e spagnolo. I ragazzi si sono cimentati a collocare gli alimenti nella giusta posizione in modo da soffermarsi sulla descrizione delle proprietà nutritive dei singoli alimenti per un corretto nutrimento, fondamentale nella crescita».

L’istituto Don Bosco, inoltre, propone settimanalmente «giornate tematiche», variando l’alimentazione e incentivando il consumo della frutta e della verdura.

Sempre a Gela, nell’istituto comprensivo «Don Milani», ogni anno gli alunni della primaria partecipano al progetto «Frutta nelle scuole», per un consumo consapevole di prodotti ortofrutticoli biologici, nel rispetto della natura e dell’ambiente.

«Di solito- spiega Concetta Dasaro, insegnante – nelle classi vengono consumati prodotti di stagione per sensibilizzare gli alunni a una sana alimentazione. Con l’emergenza sanitaria, proponiamo solo prodotti sigillati, ma continuiamo il lavoro con la realizzazione di cartelloni sulla piramide alimentare e su temi pertinenti ad ogni fascia di età».

«Latte nelle scuole – dice – è un altro progetto a cui ha partecipato il Don Milani con distribuzione di porzioni di latte, yogurt, formaggi, miele. Sono progetti- spiega la docente- che piacciono ai bambini. Toccano con mano e prendono confidenza con cibi che, possibilmente, non mangiano a casa».

La scuola come luogo in cui il tempo dello studio possa alternarsi a momenti di convivialità secondo percorsi di alimentazione responsabile. Dal momento della colazione al ristoro alla mensa. Non solo per i più piccoli.

Educare i nostri ragazzi, sempre più a disagio per l’emergenza sanitaria, per l’eccesso di tecnologia e il ritmo frenetico della quotidianità, a vivere una vita più sana con un pizzico di attenzione in più sulla provenienza dei cibi che arrivano sulle nostre tavole o mense scolastiche.

Nella foto grande in alto Rosalba Marchisciana, dirigente istituto «Don Bosco»; a lato Concetta D’Asaro, insegnante «Don Milani».