Si aspetta che il consiglio dei ministri proceda con la dichiarazione dello stato di emergenza per la siccità, provvedimento atteso per la settimana prossima insieme allo stanziamento delle prime somme per gli interventi più urgenti. Gli atti sono stati trasmessi mercoledì dal presidente della Regione, Renato Schifani. Uno dei capitoli riguarda Gela, con il vecchio dissalatore, dismesso nel 2001 e oggi un ammasso di macchinari forse inutilizzabili. Il governatore ne chiede il riavvio. Il gruppo di lavoro, impegnato anche in questi giorni in continue riunioni, ha individuato gli interventi necessari, differenziati a seconda dei tempi di realizzazione. Tra quelli di rapida attuazione, l’acquisto di nuove autobotti per i comuni siciliani in crisi. E su questo fronte, il sindaco di Gela, Lucio Greco, nei giorni scorsi ha avito uno scambio epistolare proprio con Schifani. Altre misure urgenti riguardano la rigenerazione dei pozzi e delle sorgenti e il ripristino di quelli abbandonati, il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte esistenti, la realizzazione di nuove condotte di bypass. Per i prossimi mesi, invece, si sta valutando la ristrutturazione e il riavvio del dissalatore di Porto Empedocle, nell’Agrigentino, e di uno dei due tra quelli di Trapani e Gela, operazione che richiederà tempi e procedure di gara più lunghe. Oltre a ingenti risorse. Intanto, il dipartimento regionale di Protezione civile ha istituito nove tavoli tecnici al Genio civile dei capoluoghi di ogni provincia con rappresentanti del dipartimento delle Acque, dei Consorzi di bonifica, e dell’Autorità di bacino. Ne sono scaturite numerose proposte di interventi urgenti, passate al vaglio della cabina di regia. Inoltre, diverse riunioni sono state svolte con Siciliacque, Aica Agrigento, Caltacque e Acque Enna.