Gela: esposto in procura sull’ospedale, 340 fogli con le firme di migliaia di cittadini
di Redazione
Questa mattina, i coordinatori del Comitato Sos Vittorio Emanuele, Luciana Carfì e Filippo Franzone, si sono recati in Procura e hanno depositato un esposto con migliaia di firme, 340 fogli totali. «Adesso tocca alla Procura – dicono – verso cui riponiamo la nostra fiducia, agire e verificare. La partecipazione al gazebo ha confermato che la cittadinanza è cosciente del depauperamento dei servizi sanitari-ospedalieri e, contrariamente a quanto qualcuno sostiene, reagisce positivamente ed in modo massiccio alle iniziative volte a un miglioramento delle condizioni dell’ospedale».
«Sorvolando sulle sterili polemiche e futili provocazioni che non raccogliamo, non abbiamo potuto fare a meno di notare il fermento generale che l’iniziativa ha generato. Il che ci rende edotti che siamo sulla buona strada e che dobbiamo continuare a percorrerla, insieme ai nostri concittadini. Adesso dobbiamo organizzarci per la manifestazione del 19 febbraio, Covid permettendo, perché se da un lato abbiamo la popolazione dalla nostra parte, dall’altro non vediamo veri impegni e soluzioni per la sanità gelese dietro la solita fuffa mediatica inscenata».
Due sono le alternative che il Comitato è disposto ad accogliere:
Il rispetto del Decreto Assessoriale di riordino ospedaliero del 2019, ovvero 242 posti letto, 17 Unità Operative Complesse, 17 Unità Operative Semplici, 5 Strutture Dipartimentali, i medici, gli infermieri, portantini, ostetrici, tecnici, OSS, OSA, ecc. per i 242 posti letto e 39 U.O.
Oppure
Il ritorno all’Azienda Ospedaliera di Gela, staccata da Caltanissetta, con sede amministrativa e legale a Gela.
«Promesse – spiegano – perdite di tempo, rassicurazioni, programmi parziali, contentini, palliativi e specchi per le allodole, a noi ed ai cittadini gelesi non interessano. Siamo stati costretti a scendere nelle strade per fare ciò che abbiamo delegato ad altri, adesso che sono scesi i cittadini in campo, non ci fermeremo a meno che non si rispetti uno dei due punti. Il 19 febbraio torneremo di nuovo in strada. Lo faremo tante altre volte ancora. Fino a che
Gela ed il suo comprensorio non abbiano una struttura ed organizzazione sanitaria adeguata alle esigenze dei gelesi, ora consapevoli di avere un peso, perché hanno preso coscienza della loro forza».