Gela: figli contesi come in «Kramer contro Kramer». Bambina portata al Nord dalla madre, il padre si oppone
di Giusy Costanza
Un amore che finisce tra genitori non implica necessariamente una guerra, ma troppo spesso ci si ritrova a combattere contro un “nemico inesistente” per ottenere in ultimo, lo stesso obiettivo: il bene dei figli. Una guerra senza armi ma con ferite più che profonde per le persone coinvolte. Oggi vi raccontiamo la triste vicenda che volge momentaneamente al termine. Il caso riguarda una coppia di Gela che si è ritrovata nel solito cliché, lui in guerra con lei, «Kramer contro Kramer». Così, finito l’amore, inizia una battaglia legale che vede coinvolto anche e soprattutto il futuro della piccola Sofia (il nome è di fantasia). La bambina grazie ai provvedimenti tutelari invocati e ottenuti dal legale di parte, l’avvocato Salvatore Incardona “potrà proseguire l’attività scolastica nella città di origine, con conseguente trasferimento della minore in Gela, accompagnata dalla madre o ove quest’ultima non intenda domiciliarsi in Gela, la minore sarà domiciliata presso il padre”.
La piccola alunna potrà pertanto proseguire l’anno scolastico nella propria terra natia. Ma facciamo un passo indietro, riavvolgiamo il nastro.
Succede che una madre decida di andare via dalla propria città per cercare fortuna altrove e accade che il padre, forse deluso e amareggiato per un storia fallita, spinto da un’incommensurabile senso di protezione per la propria piccola, intenti una causa per chiedere e ottenere successivamente, il diritto di poter veder la figlia frequentare la scuola nella città d’origine e perché no, vederla crescere al proprio fianco, accanto ai suoi affetti. Succede altresì che le volontà si scontrino e che per ottenere il diritto a un futuro migliore, debba intervenire la magistratura. Una battaglia fatta di ripicche e tribunali. Dove non ci sono vincitori ma più semplicemente diritti. Non può essere eterno l’amore con il partner ma quello per i figli rimane un legame indissolubile oltre ogni cosa e questa storia lo dimostra. Mesi di azioni legali che hanno portato il padre coinvolto in questa vicenda ad ottenere ciò che il suo cuore sperava. Ognuno a modo proprio, fa la sua parte per ottenere ciò che ritiene il meglio per il proprio figlio. Nessun tribunale e nessuna guerra potrà mai scalfire il bene profondo che lega un genitore a un figlio perché se del domani non v’è certezza, dell’amore per il proprio figlio si ed è l’unica cosa che in un mondo che ci abitua ai cambiamenti, non potrà mai cambiare. A Sofia i migliori auguri per una sana crescita a Gela o chissà dove, con la sola presenza costante della felicità.