Gela: giro di vite della Polizia, pioggia di multe a chi viola le norme di prevenzione
di Redazione
Mettiamo un po’ d’ordine ai numeri: nei giorni scorsi, nella città metropolitana di Napoli, zona rossa e al centro di un’emergenza Covid senza fine, le forze dell’ordine hanno fermato e controllato circa 250 persone.
In 37 sono stati sanzionati perché trovati in giro senza giustificato motivo. E c’è stato un giustificato plauso, quasi un «olè» da parte dei cittadini rispettosi delle regole nei confronti dei tutori dell’ordine. Stessi giorni, ma 700 chilometri più a Sud, la sola Polizia ha eseguito quasi 300 controlli e sanzionato 40 soggetti. Eppure l’operazione è passata quasi inosservata. Perché? Eppure è facile fare due più due e comprendere che l’azione condotta in provincia (262 mila abitanti, contro i 4 milioni 250 mila residenti della provincia di Napoli) è stata ancor più incisiva. Quindi, togliamoci dalla testa che bisogna militarizzare (ancora?). I controlli ci sono e vengono svolti in maniera capillare. Nei giorni scorsi, sia la Polizia, ma altrettanto va detto di Carabinieri, Finanza, Municipale ed Esercito, hanno eseguito centinaia di attività a campione.
«La stragrande maggioranza – ha riferito il questore, Emanuele Ricifari – erano medici, persone in viaggio per giustificati motivi, lavoratori pendolari».
Altra cosa sono i furbetti della mascherina o dell’assembramento. E qui non mancano comportamenti deplorevoli, come le auto più persone a bordo o i drink davanti ai bar.
«Nel fine settimana – riferisce la Polizia – agenti della questura e dei commissariati di Gela e Niscemi hanno controllato 294 persone, 40 delle quali sono state sanzionate per violazioni delle misure di contenimento. Le sanzioni elevate nel capoluogo sono state 12. Sabato quattro giovani non appartenenti allo stesso nucleo familiare sono stati sanzionati poiché al momento del controllo si trovavano tutti sullo stesso mezzo; i predetti hanno riferito ai poliziotti che si stavano recando a fare la spesa. Un uomo è stato, invece, fermato domenica pomeriggio in viale della Regione mentre transitava a bordo di un motociclo. Il predetto, residente a San Cataldo, in merito alla sua presenza in zona rossa a Caltanissetta, ha riferito agli agenti che si stava recando presso la sua banca in Viale Trieste, della quale non esistono filiali a San Cataldo, per ritirare del contante presso il bancomat. Dopo circa mezz’ora gli agenti hanno notato il ciclomotore parcheggiato in piazza Marconi. L’uomo è stato rintracciato e sanzionato. A Gela e Niscemi, dove, a causa della situazione epidemiologica, sono stati intensificati i controlli dei Commissariati, sono state 28 le persone sanzionate, tutte trovate nel contesto della movida a consumare bevande o alimenti nei pressi di esercizi commerciali del centro storico, dove era, invece, possibile comprare solo per l’asporto. I poliziotti nel contempo hanno eseguito controlli anche nei confronti di 13 esercizi commerciali».
I controlli, quindi, ci sono. Ma certo non mancano i comportamenti sbagliati. Stamane sull’argomento è intervenuta Nadia Gnoffo, assessore comunale alla Salute:
«Questo week end di metà aprile ci ha regalato, purtroppo, molte immagini di una movida che sembra aver dimenticato che stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale. Abbiamo vissuto un anno di sacrifici e restrizioni per cercare di arginare e sconfiggere questo virus che ci ha stravolto la vita, rubando a molti di noi gli affetti più cari e a tutti la quotidianità. Da qualche settimana, il Covid sembrava averci dato una tregua, ma la guerra al virus purtroppo è tutt’altro che finita. Lo confermano i numeri dei contagi che, pian piano, stanno di nuovo crescendo, e lo conferma anche il dato, ancora troppo esiguo, relativo alle persone vaccinate. Ecco perché immagini come quelle di questo fine settimana devono far riflettere ciascuno di noi. Se, da un lato, le Istituzioni hanno il dovere di intensificare i controlli e, se necessario, le sanzioni, nulla si può fare se ciascuno di noi non mette la sua dose di buon senso e responsabilità.
Siamo tutti stanchi di questo anno vissuto a metà, abbiamo tutti voglia di tornare alla normalità, ma non ne usciremo mai se non rispettiamo quelle poche regole che possono salvare la vita a noi e ai nostri familiari più fragili.
Il mio non vuole essere un appello solo ai giovani, che in questi mesi hanno visto limitare la loro voglia di vivere la vita a pieno come meritano, ma a tutti i cittadini che stanno, irresponsabilmente, abbassando la guardia.
Resistete, resistiamo ancora un po’, evitiamo assembramenti e riunioni private, indossiamo sempre la mascherina. Questa guerra si vince tutti insieme, Istituzioni e cittadini».