Gela: il ballo di Mussolini, il successo degli anni Sessanta, il lento declino. «Rischio crollo», scatta il sequestro
di Redazione
Il celebre ballo del duce, Benito Mussolini, durante la sua visita a Gela nel 1937. Là, dove sorgeva il celebre chalet in legno, poi divenuto la splendida Conchiglia, oggi c’è un rudere. L’opera, ieri, è stata posta sotto sequestro. E probabilmente verrà abbattuta nei prossimi mesi. Due funzionari regionali sono indagati per omissione. Stamane i particolari dell’indagine sono stati riferito dal procuratore capo di Gela, Fernando Asaro, nel corso di una videoconferenza alla quale hanno preso parte il sostituto Ubaldo Leo e in comandante della Capitaneria di Porto, Cosimo Roberto Carbonara.
«La Procura – dice il dottor Asaro – è dovuta intervenire nei confronti di Giuseppe Battaglia, dirigente generale pro tempore dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente e Salvatore Di Salvo, dirigente pro tempore dell’ufficio Territorio e Ambiente di Caltanissetta e dirigente dell’Area 2 perché, acquisita la titolarità del bene, ovvero La Conchiglia, oggi purtroppo un rudere, hanno omesso, di compiere i lavori necessari per rimuovere il pericolo determinato dalla minaccia di rovina del manufatto, con pericolo per le persone».
L’ipotesi di reato contestata, contenuta nel provvedimento di sequestro è quella contenuta nell’articolo 677 del Codice penale: omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina.
La Conchiglia venne realizzata tra il 1957 e il 1958 e inaugurata il 24 giugno di quell’anno. Per circa vent’anni è stata una perla del Mediterraneo con migliaia di ricevimenti ed eventi mondani. Il palco musicale che sovrastava la sala ricevimenti negli anni è stato calcato dai maggiori artisti del panorama musicale italiano: da Adriano Celentano a Mina, da Gianni Morandi ai Pooh. La cooperativa ne perse il possesso nel 1974 per un problema legato al mancato pagamento dei canoni di concessione. Da lì in poi un lungo e inesorabile declino.
Nel 1993, dopo una lunga vicenda giudiziaria, dal 1993 l’opera è stata acquisita dalla Regione per essere demolita con spese a carico degli ex concessionari. Ma un vincolo ne aveva impedito l’abbattimento.
E la demolizione che non è mai stata compiuta.
La Procura, durante le indagini, ha nominato un perito le cui conclusioni sono state acquisite agli atti del procedimento.
«Esiste – si legge nelle carte dell’indagine – un’effettiva situazione di pericolo di crollo parziale o totale o di rovina e la sussistenza di un pericolo per la collettività. La situazione di pericolo è legata alle profonde condizioni di degrado della costruzione con particolare riferimento alla struttura di fondazione».
Condizione aggravata dal fatto che l’opera sorge su un’area a rischio sismico.
L’area della Conchiglia è di transito, frequentata da bagnanti, essendo spiaggia libera. Inoltre, all’interno del rudere, sono stati trovati vecchi materassi, il che farebbe ipotizzare il soggiorno di senza tetto o soggetti che vivono in condizioni di estremo disagio.
Un pericolo che solo attraverso il sequestro – provvedimento emesso dal Gip Silvia Passanisi del Tribunale di Gela – sì può limitare.
«Tutti i pilastri – dice il pm Leo – sono ammalorati, La Conchiglia potrebbe crollare da un momento all’altro».
Per questo motivo, i militari della Capitaneria, hanno provveduto ad apporre i sigilli di sequestro all’intera costruzione, che è stata affidata in custodia giudiziale al medesimo assessorato regionale, nella persona del dirigente pro tempore.