Gela: quando il calendario diventa un caso: va a ruba e ci ricorda la bellezza della città «È un atto d’amore, grati che sia piaciuto»
di Redazione
Quando penso a un calendario (n.d.r.), mi perdoneranno gli amici lettori, difficilmente riesco a distogliere il pensiero dalla meravigliosa Valeria Marini, in tutto il suo splendore.
Ma anche a vari bolidi a due e quattro ruote solitamente scelti dal mio barbiere per decorare il suo calendario: cromature, gomme ribassate e finiture da sogno. Poi c’è il calendario Pirelli, dove bellezza e arte si fondono in opere affidate a maestri della macchina da presa; un occhiata all’edizione 2019, firmata dal celebre fotografo Albert Watson sgombererà ogni dubbio. Peccato l’edizione 2021 sia stata bloccata a causa dell’emergenza sanitaria. E come dimenticare il Calendario dei Carabinieri, che un amico ufficiale dell’Arma ha nobilmente donato alla redazione di Today24. Quello della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza.
Quest’anno, però, ci ha incuriosito e non poco, il fenomeno tutto locale di un’«opera» data alle stampe da due catene di supermercati (Fratelli Faraci e Conad) in collaborazione con una nota tipografia cittadina (Gulizzi). Va a ruba e le cinquemila copie realizzate stanno andando via in un battito d’ali. Il lay out è di quelli mediamente visti: una grande foto in alto e le date del mese belle grandi in basso. Ma le foto sono particolari: riproducono antiche cartoline di Gela o luoghi di pregio: la Rotonda sul lungomare (con il chiosco, soprattutto come sarà), il lido Conchiglia visto dal lido Eden in uno scatto dei primi anni Sessanta, il Pontile sbarcatoio in un’immagine del 1915. Dodici mesi, dodici immagini. Quelle storiche fanno parte della collezione del professor Nuccio Mulè, il quale, gentilmente, le ha messe a disposizione dei promotori dell’iniziativa. Non solo questo. A ogni mese è accompagnata una citazione, un detto, un aforisma. Da Tolstoj a Madre Teresa, da John Fitzgerald Kennedy a Confucio. Ed è proprio la frase attribuita al celebre pensatore cinese che dà il senso all’intera pubblicazione: «Studia il passato se vuoi prevedere il futuro».
Cerchiamo di capire il perché di questa scelta sentendo i promotori.
«È un modo originale – dice Vito Faraci, imprenditore – per fare gli auguri di Natale ai nostri clienti. E, con l’occasione, vogliamo ricordare loro quanto bella era la nostra città nel recente passato. Una storia che merita di essere raccontata e anche rivissuta. Chissà se oltre a fare un regalo, speriamo gradito dalla nostra clientela… ma pare di sì, riusciamo ad aprire anche una piccola e pacata riflessione all’alba di un nuovo anno».
Il gradimento c’è stato e continua a esserci a giudicare dalla voracità con cui il calendario sta andando via.
«È un investimento – dice Gaetano Faraci, contitolare dell’azienda – che va oltre la semplice pubblicità natalizia. Siamo innamorati di questa città, siamo rimasti a lavorare qua, abbiamo investito, crediamo nel futuro dei giovani. Dei nostri figli, di chi sceglierà di rimanere. E siamo particolarmente felici dell’apprezzamento che il calendario sta riscuotendo».
Il progetto grafico è di Giacomo Gulizzi, dell’omonima e storica tipografia.
«L’idea – racconta – mi è subito piaciuta e abbiamo deciso di collaborare insieme. Oggi c’è bisogno di riscoprire la storia per amare ancor di più la città. Lo sforzo fatto dalle varie amministrazioni è apprezzabile. Ma molto dev’essere fatto ancora sulla comunicazione e sulla pubblicità. Se oggi guardiamo un qualsiasi opuscolo, dal museo all’Azienda del turismo, vediamo roba obsoleta, immagini vecchie di venti o trenta anni. Bisogna fare uno sforzo tutti insieme. Restituire alla nostra amata Gela un po’ della bellezza passata. La scelta delle foto non è stata casuale. Come anche le citazioni. E se qualcuno ci chiamerà per collaborare, per dare una mano… risponderemo presente. Sempre».