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Gela: il cimitero delle mummie e il mistero della sezione «Orione». Dove riposano i morti senza tempo


di Redazione

Gela: il cimitero delle mummie e il mistero della sezione «Orione». Dove riposano i morti senza tempo
attualità
29 Ott 2022

Quando scoperchiarono la bara del caro zio Peppe, parenti e necrofori, non poterono nascondere lo stupore e il disagio. Il corpo di quell’uomo, passato a miglior vita più di cinquant’anni prima, era ancora intatto. La pelle, marrone come il cuoio, ma i lineamenti ancora perfetti. E ancora maggiore fu lo stupore quando l’operatore sollevò un po’ quei resti umani: erano perfettamente solidi e legati in blocco, come se un filo di energia tenesse ancora insieme ossa, fibre e altre parti del cadavere.

La legge in questi casi impone che il corpo venga ritumulato: una qualsiasi manovra, come la riduzione in cassettina per ossario, prefigurerebbe il reato di vilipendio di cadavere.

I fatti risalgono a qualche settimana fa, circa, e riguardano il cimitero monumentale di Gela. La notizia circolava da giorni. Avuta la conferma dei fatti dai familiari della «mummia» abbiamo deciso di indagare più a fondo, scoprendo che in città esiste una sorta di cimitero delle mummie.

«Il fenomeno – spiega un esperto, che ci chiede l’anonimato per ragioni personali – è molto meno raro di quello che si potrebbe pensare. C’è un’intera sezione del cimitero monumentale di Gela, la sezione Orione, dove il fenomeno delle mummie è molto diffuso. Capita spesso di scoperchiare una bara e trovare corpi intatti, con l’intera superficie corporea ricoperta dalla pelle, i lineamenti quasi perfetti. Non sono in grado di spiegare con esattezza il motivo di questa elevata percentuale di corpi mummificati. Probabilmente dipende dall’esposizione di quell’ala del cimitero: battuta dal sole e al contempo molto ventilata. Possiamo dire che circa la metà, se non di più, di quei corpi è ancora intatta».

Per approfondire ulteriormente il fenomeno del «cimitero delle mummie», ci affidiamo all’esperienza di Salvatore Nobile, titolare di un’agenzia funebre.

«Ne ho viste tante – racconta – e credo di poter dire che non esiste nulla di misterioso. Il processo di mummificazione è legato al luogo di sepoltura, al tipo di tumulazione e alle caratteristiche del defunto. Oggi i corpi dei nostri morti vengono sigillati. In assenza di aria capita con una certa frequenza che i tessuti, nel processo di decomposizione, finiscano per mummificarsi. Questo fenomeno è meno frequente nei casi in cui la salma venga interrata. In quel caso entro 10 anni si completa la mineralizzazione e il corpo si riduce in scheletro».

«In passato – conclude Nobile – mi sono imbattuto in corpi sepolti da 60 o anche 70 anni perfettamente mummificati e quasi intatti».

Quando parlano di «spesso» a proposito del fenomeno delle mummie gli esperti intendono che accade 2 volte su 10. Ma nel caso della sezione Orione, il dato, si ribalta: ogni 10 estumulazioni si scoprono 7 – 8 mummie.

Il che, fa di questo fenomeno un fatto insolito, se non proprio un mistero.

Un caso che incuriosisce al punto che, anni fa, uno studente dell’università di Palermo, dedicò una tesi di laurea al fenomeno delle mummie, frequente a Gela e in alcuni cimiteri della Sicilia.

(Nell’immagine, in alto, l’«Uomo di Tollund», una mummia rinvenuta negli anni Cinquanta attribuita a un soggetto deceduto tra il 300 e il 400 a.C. – Foto Google)


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.