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Polizia di Stato

Gela: il «commissario Cobra» promosso questore. La bella carriera del dottor Cravana, dalla Narcotici alla guerra di mafia


di Redazione

23 Nov 2020

Gaetano Cravana, 58 anni, funzionario di Polizia, attuale vicario a Reggio Calabria, è stato promosso questore. Originario di Butera, ha un legame speciale con Gela, dove ha fatto le scuole superiori. Ed è stato in servizio due volte in commissariato. La prima, nel 1993, da vice. L’ultima da funzionario più alto in grado.

Da dicembre assumerà il primo incarico da dirigente superiore a Roma. Una sede transitoria in attesa della destinazione definitiva, forse già nei primi mesi del 2021, a capo di una delle 105 questure italiane. Bel traguardo per un poliziotto che si è fatto molto onore nei suoi quasi trentun’anni in Polizia.
Al suo primo arrivo negli uffici del Commissariato, all’epoca in via Tamigi, ce lo presentò un «monumento» della Polizia di Stato, Salvatore La Porta (poi divenuto questore di Pistoia). Stava per lasciare il commissariato di Gela: «Non siate tristi se vado via, arriva uno migliore di me». Scherzava, ma non troppo, sul conto di Gaetano Cravana che da lì a poco lo avrebbe sostituito. Il «ragazzo» arrivava nella sua città d’adozione dopo un «tour» in alcuni sancta sancorum della Pubblica Sicurezza: il commissariato di Brancaccio, la squadra mobile di Catania e quella di Palermo. È qui che Cravana, ancora giovanissimo, sveste i panni del poliziotto per indossare l’aura della leggenda.

Con i colleghi del commissariato di Gela, primi anni Novanta

È il 1993 e siamo nella Palermo del dopo-stragi. Lui, lasciato l’incarico in un commissariato importante, nella zona di Palermo che è «feudo» dei Graviano, viene promosso alla Mobile, a capo della squadra Narcotici. L’impatto, in verità, non dei più esaltanti. Cravana trova una sezione un po’ sgonfia. Al primo briefing chiede ai suoi nuovi collaboratori a quali importanti indagini stiano lavorando. «Solo piazze di spaccio» gli rispondono.
«Ma come – si chiede – arrivo in una sezione d’élite, nella squadra Mobile più importante d’Italia e devo occuparmi di piccolo spaccio?» No, non può andare così.
Lo scarso entusiasmo che impera in quei giorni ha comunque una spiegazione. La Mobile è stata svuotata di alcuni dei suoi uomini migliori, chiamati da Arnaldo La Barbera, destinati al pool Stragi, che ha priorità assoluta.
Cravana non si perde d’animo. Guidato dalla sua stella, l’ambizione, intesa come sfida professionale, cerca di motivare i suoi agenti. E lascia loro intravedere la possibilità di una grossa indagine. Che poi sarà il suo masterpice professionale. L’assist gli arriva dal nuovo Testo Unico sugli stupefacenti, appena licenziato dal Parlamento. La normativa offre agli ufficiali di Polizia giudiziaria la possibilità di differire un sequestro di droga o un arresto se ciò può servire a un migliore esito di grosse inchieste.
Ma c’è soprattutto una parola chiave che accende la luce nel dottor Cravana e nei suoi uomini: agente infiltrato. Quei «folli» della Narcotici iniziano a lavorare a una visione: inserire un poliziotto nella mafia palermitana che controlla il traffico di stupefacenti e ha rapporti con i paesi Balcanici e il Sud America, in particolare i cartelli colombiani. Il disegno è chiaro ma serve l’uomo giusto, il Joe Pistone di «Donnie Brasco». C’è un agente giovane e coraggioso arrivato da poco e negli ambienti della mala palermitana non lo conosce nessuno. Sarà lui. E grazie all’appoggio del commissario Cravana e dei colleghi, riesce a infiltrarsi, a guadagnarsi la fiducia dei boss, carpendone i segreti. Pochi mesi dopo la Mobile di Palermo sferrerà una serie di colpi devastanti nei confronti della mafia dello spaccio. Nove chili di eroina vengono sequestrati a «Punta Raisi», dopo lo sbarco in aeroporto. Fino a quel giorno sarà il sequestro di droga più importante avvenuto in Sicilia. L’indagine, nome in codice «Cobra», nelle settimane successive, porterà all’arresto di decine di affiliati e a numerosi sequestri. Un grande successo investigativo. E Cravana, che non è più il «ragazzo», conquista il rispetto riservato ai grandi. E da quel momento, negli ambienti della Polizia, diventa per tutti il «Commissario Cobra». Un nome in codice che ancora oggi qualcuno gli affibbia affettuosamente, anche adesso che sulle spalline dell’uniforme indossa i gradi di questore.

Il secondo incarico a Gela

Dottor Cravana una promozione che corona una carriera importante.
«Sì – dice il neo questore – momenti professionali che mi hanno formato e insegnato tanto. C’è anche l’aspetto umano che mi piace sottolineare. Sono in contatto con tanti miei ex colleghi. Con gli agenti del commissariato di Gela, che poi ho ritrovato anni fa da dirigente e assieme ai quali abbiamo svolto indagini importanti. Ad esempio nel 1999 quando sventammo sul nascere l’inizio di una nuova faida mandando in carcere decine di affiliati. O con i colleghi della Narcotici di Palermo, che continuo a sentire, anche se sono passati tanti anni. In estate, tempo fa, mi invitarono a cena. Mi dissero che quell’esperienza con me diede loro nuova linfa e slancio. E parliamo di un gruppo di investigatori di prim’ordine, protagonista negli anni a seguire, di indagini di livello altissimo. È un sentimento che custodisco, un complimento che mi rende orgoglioso».

Nella sua carriera anche la Mobile di Catania, alla sezione Antirapine, vari commissariati e due incarichi da vicario, prima a Trapani e poi a Reggio.
E adesso il coronamento di una carriera, la qualifica più alta nell’organico della Pubblica sicurezza, seconda solo al capo della Polizia. Un bel traguardo per il «ragazzo» che si è fatto strada. E che adesso è diventato questore.
Buon lavoro, dottore.


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.