Gela, «mistero» sui fondi per la diga Disueri. Pd e Si attaccano, da Palermo replicano. «Disponibili 70 milioni»
di Redazione
Da una parte la denuncia del Pd: dal senatore Antonello Nicita al vicecoordinatore Franco Di Dio, puntano l’indice contro il governo regionale, accusato di aver fatto definanziare i lavori alla diga Disurei. Venti milioni previsti dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e stornati («per sempre»). Ma stamane, a sentire l’altra campana, ovvero l’assessorato dell’Energia, quel finanziamento sarebbe invece lievitato a 70 milioni. Il cittadino medio oltre a capirci poco rischia di allontanarsi sempre più dalla politica. Allora, cosa succede? Partiamo dalla denuncia del senatore Nicita. Secondo l’esponente Dem, in Regione, non avendo provveduto a emanare gli atti, si sarebbero fatti togliere dal piatto oltre 300 milioni di finanziamenti gravanti sul Fsc. Il Cipess, comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, avrebbe stornato parte dei fondi strutturali stanziati dall’Europa.
E sempre oggi si erano avute le prime reazioni politiche. A iniziare dalla deputata dem Valentina Chinnici che aveva stigmatizzato l’azione (o meglio, l’inadeguatezza) dei vertici regionali, invitando Forza Italia quantomeno a indignarsi. A seguire gli strali di Di Dio, vicecommissario cittadino del Pd: «È un fatto di eccezionale gravità politica che i Governi di centrodestra nello specifico di Schifani in atto e di Musumeci prima si siano resi responsabili di detta mancanza. A riguardo chiediamo alla deputazione regionale del Pd di mettere in campo tempestive e adeguate azioni politiche per capire come un fatto così grave sia potuto succedere».
Infine la dura presa di posizione di Paolo Cafà, leader cittadino di Sinistra Italiana: «Inaccettabile brutta notizia per i gelesi che impedisce lo sviluppo economico del territorio, condannandolo all’eterna sofferenza sul versante agricolo. Ancora una volta si assiste all’ennesima patomima, si accusa chi governa alla regione siciliana per allontanare da sé responsabilità e omissioni paritarie che ci sono per non avere impedito il definanziamento, denunciando ritardi e disattenzione per tempo, come se le responsabilità degli altri per una mancata “formalizzazione della richiesta” potessero alleviare la perdita di fondi ed edulcorare la pillola agli agricoltori gelesi. L’opposizione che è ben folta all’Ars non avrebbe potuto vigilare prima della scadenza dei termini, muoversi d’anticipo, impedire l’omissione, piuttosto di limitarsi alla denuncia a finanziamento perduto?»
A onor del vero, Cafà, da fine conoscitore della politica, che in fondo è l’arte del divenire, aveva rimarcato la frase «notizia divulgata dal Pd», concedendosi una certa prudenza. Nel senso che – loro lo dicono e se così stanno le cose io penso che…
In effetti, come stiano le cose, a sentire due campane, è ancora poco chiaro.
Dagli uffici di viale Campania, sede dell’assessorato all’Energia, stamane è stato chiarito semmai che ci sono «progetti recuperati» attraverso il definanziamento di altre opere. E tra questi proprio quello della diga Disueri, che sarebbe stato dotato di maggiori risorse.
«Per i lavori di consolidamento – si legge nel comunicato della Regione – e messa in sicurezza della diga Disueri, a Gela, l’importo iniziale di 20 milioni è passato a 70 milioni. Gli interventi per l’invaso, a uso essenzialmente del settore agricolo, sono stati inseriti nella classe B del Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza del settore idrico (Pnissi). La progettazione era già stata finanziata con il ciclo di programmazione Fsc 2014-2020».
Per capire come stiano veramente le cose bisognerà aspettare (come sempre). E vedere se e quando le ruspe e le betoniere entreranno in azione. Speriamo al più presto e speriamo non ci siano ulteriori ritardi. Per braccianti e imprese agricole, al capezzale di un comparto in crisi cronica, sarebbe un colpo veramente insopportabile.