C’è un angolo della città che è un vero gioiello, lo storico vicolo Santa Lucia. L’attuale restyling è uscito dalla matita del professor Roberto Collovà, nell’ambito del progetto Una via tre piazze, è tanto bello e rivalutato da aver spinto un paio di commercianti a investire. Così negli anni, al fianco di un già esistente atelier di moda, sono sorti un piccolo hotel B&B e un ristorante. La sera, soprattutto d’estate, il vicolo è frequentato da giovani e famiglie. Non è raro vedervi far due passi o consumare un pasto gli attori e gli artisti che si esibiscono nell’attiguo teatro «Eschilo». Tutta questa bellezza è stata addobbata in occasione del Natale. Gli esercenti hanno finanziato la realizzazione di luminarie e altri elementi di arredo.

«Eppure – racconta una residente – questa zona non ha pace: sosta selvaggia e inciviltà sviliscono tanto impegno. Sia del Comune, che a suo tempo la realizzò, che degli attuali residenti ed esercenti».

Ci mostra della cartaccia per terra, un pacchetto di sigarette vuote, incarti di patatine e altri rifiuti. Poi ci fornisce le foto di alcuni professionisti della sosta selvaggia: una Fiat «Panda» sulla piazzetta, che dovrebbe essere solo pedonale, altre auto sul marciapiede opposto.

Sul margine del piccolo slargo c’è un sistema di paletti a scomparsa, pensato per dissuadere la sosta selvaggia e l’ingresso con le auto. Pare sia guasto per una banalità e si attende da tempo la riparazione.

Ma è soprattutto la vigilanza che i residenti e i commercianti invocano: i controlli e nel caso serva anche le multe.

Esortano le autorità a fare qualcosa in più per tutelare uno dei posti più suggestivi del centro storico. I commercianti ci credono, hanno investito, anche a Natale.

Nel vicolo, addobbato a festa, si è svolta anche un’iniziativa di beneficienza, pacchi dono sono stati confezionati per essere donati a famiglie bisognose

«Il comune – conclude la residente – faccia la sua parte e vigili sul rispetto delle regole di civiltà, punendo chi sporca o parcheggia in maniera sconsiderata».