Gela, il piano del fabbisogno di personale non piace alla Cgil. Cannizzo: «Aprire confronto»
di Redazione
Il sindacato prende posizione sui contenuti della delibera di giunta n. 57, approvata lunedì, relativa al Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale per il triennio 2022-2024. «Constatiamo che l’assenza di idonee figure professionali nei settori centrali e strategici del Comune di Gela non abbia ancora trovato una soluzione». Lo scrive Nicola Cannizzo, responsabile della Funzione Pubblica Cgil per l’area sud della provincia.
«Permangono – scrive il dirigente sindacale – situazioni di grave assenza nei ruoli di funzionari, istruttori amministrativi e tecnici in tutti i settori, laddove l’assenza di personale è spesso supplita dalla continua richiesta di lavoro affatto coerente all’inquadramento giuridico del personale dipendente, in una anomala condizione che vede il personale continuamente esposto a responsabilità di rilievo non compensate dall’idonea retribuzione che avrebbe diritto di conseguire, in considerazione dell’effettiva qualità e quantità del lavoro richiesto».
«In una siffatta condizione – afferma Cannizzo – si impone una urgente rivisitazione degli atti di programmazione per il triennio in corso, apparendo senz’altro necessitato il ricorso agli strumenti giuridici di cui al vigente contratto nazionale di categoria, al solo fine di vedere garantito il diritto di ogni lavoratore dipendente a svolgere le attività di lavoro con la necessaria copertura degli elementi variabili della sua retribuzione, coerenti con l’effettiva qualità e quantità di lavoro a lui richiesto».
«Si sollecita, in tal senso, l’urgente inserimento nella delibera 57/2022 di programmazione quanto già previsto e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 07.08.2021 Legge 6 agosto n.113 art.3 comma 1-bis, che per i dipendenti pubblici “Le progressioni all’interno della stessa area avvengono, con modalità stabilite dalla contrattazione collettiva, in funzione delle capacità culturali e professionali e dell’esperienza maturata e secondo i principi di selettività, in funzione della qualità dell’attività svolta e dei risultati conseguiti, attraverso l’attribuzione di fasce di merito. Fatta salva una riserva di almeno il 50 per cento delle posizioni disponibili destinata all’accesso dall’esterno le progressioni fra le aree e, negli enti locali, anche fra qualifiche diverse, avvengono tramite procedura compativa basata sulla valutazione positiva conseguita dai dipendenti”, nonché l’inserimento delle risorse per mansioni superiori, unitamente ad un più congruo piano di nuove assunzioni per i profili in atto mancanti, considerata la ormai cronica assenza di dipendenti cui vengano assegnati delicati procedimenti».
«Siamo disponibili – conclude il dirigente della Cgil – a un confronto urgente aperto in ordine alle superiori problematiche e alle possibili soluzioni da adottare nell’immediato, dovendovi con forza ribadire che, stando così le cose, non sarà possibile garantire lo svolgimento di attività diverse e ulteriori a quelle pertinenti ai profili giuridici ed economici di attuale inquadramento del personale dipendente, senza alcuna possibilità di portare a compimento delicate fasi di procedimenti in carico ai vari settori. Quanto sopra al fine di non vedere pregiudicato il diritto cogente dei dipendenti, rimanendo impregiudicata qualunque azione a tutela dei dipendenti».