Tutto lascia pensare a un ulteriore slittamento della ripresa delle lezioni, a prescindere dal colore della città (Gena è in zona arancione) o della regione. È probabile che non si torni in classe prima del 17 gennaio.

La decisione, preannunciata oggi dall’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, potrebbe essere ufficializzata già domani, dopo le verifiche della curva epidemiologica e un nuovo confronto con i sindaci che spingono per la Dad almeno sino a fine gennaio.

«Qualcuno – dice l’assessore Lagalla – ritiene che questo rinvio sia strumentale e nulla possa cambiare nel corso di tre giorni ma se si fa riferimento a quanto richiesto dai presidi e dalle amministrazioni locali unanimemente, cioè di avere il tempo sufficiente per applicare le nuove e diverse modalità di gestione delle quarantene e dei servizi anticovid all’interno delle scuole, valutando anche il personale disponibile, ecco credo che tre giorni e forse anche cinque siano tecnicamente importanti». Lagalla ha parlato oggi a margine dell’inaugurazione dell’anno accademico a Palermo.

La paventata possibilità di un ulteriore slittamento dell’inizio delle elezioni in Sicilia, già spostato di 3 giorni (il 13 anziché il 10 gennaio), rappresenta comunque una soluzione tecnicamente non semplice, a meno che la Sicilia non entri in zona arancione. A quel punto saranno i comuni a potere decidere in autonomia. E già ora sia Gela che Caltanissetta, in arancione almeno fino al 19 gennaio, con possibile ulteriore proroga fino al 29, potrebbero agire con ordinanze comunali.

In ambienti istituzionali circola voce che la Regione potrebbe spingere per chiedere a Roma l’istituzione di una «zona rossa», per alleggerire gli ospedali in sofferenza. Ipotesi però al momento smentita dall’assessore alla Salute, Ruggero Razza. I numeri, però, non sono affatto incoraggianti. Gela ha 3.688 positivi, Caltanissetta 1.364. E non vanno meglio le altre città dell’isola.

«Nella settimana appena conclusa – evidenzia la Protezione civile – si è registrato un nuovo aumento esponenziale del numero dei positivi, accompagnato da una crescita del dato delle persone ricoverate, dei nuovi ingressi in terapia intensiva e dei decessi». I nuovi positivi sono 66.909, il 140,6 per cento in più rispetto alla settimana precedente e tre volte e mezzo il numero registrato 14 giorni fa. È aumentato di molto il rapporto fra tamponi positivi e tamponi effettuati, passato dall’8,7 a oltre il 20 per cento.