Gela: «È contiguo a clan mafioso», Dia confisca beni a un imprenditore già arrestato nel 2017
di Redazione
La Direzione Investigativa Antimafia ha dato esecuzione a un provvedimento di confisca di beni nei confronti dell’imprenditore gelese Santo Valenti, 59 anni, ritenuto contiguo al clan mafioso Rinzivillo. Il suo spessore criminale, sottolineano gli investigatori, era stato evidenziato nel corso delle indagini dell’operazione “Extra fines-Druso”, che nell’ottobre del 2017 culminarono col suo arresto per estorsione, aggravata dal “metodo mafioso”. Vittime delle estorsioni gli imprenditori del settore ortofrutticolo operanti nel mercato generale di Roma, dove Valenti camminava al fianco del boss Salvatore Rinivillo. Gli accertamenti effettuati hanno messo in evidenza “l’anomalo” incremento di ricchezza dell’imprenditore gelese rispetto alla dichiarata posizione reddituale, risultata sproporzionata in rapporto al consistente patrimonio finanziario ed immobiliare da lui accumulato negli ultimi decenni. La confisca ha interessato 30 immobili tra fabbricati e terreni (tra Sicilia, Basilicata e Molise), 2 societa’ di capitali, 2 ditte individuali, 3 impianti di produzione di energia rinnovabile da fonte eolica “Aereogeneratori – Pala Eolica” localizzati a Campobasso e a Potenza, 1 partecipazione societaria, 4 autoveicoli e svariati rapporti bancari per un valore stimato pari a circa 2 milioni e mezzo di euro. Nei confronti di Valenti e’ stata anche disposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per la durata di due anni.
Valenti era stato arrestato nell’ottobre 2017 al suo rientro dalla Spagna. Due anni dopo la Dia aveva eseguito un primo decreto di sequestro dei beni al quale, all’alba di oggi, ha fatto seguito l’esecuzione del provvedimento di confisca.