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Gela, Inps dovrà ripagare lavoratore ex Eni. «Per 34 anni fu esposto all’amianto»


di Redazione

4 Ago 2023

L’Inps dovrà indennizzare circa 20 mila euro a titolo di arretrati a un lavoratore che per 17 anni, dal 1968 al 1985, ha lavorato a stretto contatto con l’amianto nel petrolchimico ex Anic (gruppo Eni) di Gela.

Così ha stabilito il tribunale di Ragusa ritenendo che l’operaio, addetto alle manutenzioni di apparecchiature elettriche ed elettroniche, lavorasse su un tavolo rivestito da una coperta d’amianto, esponendosi così quotidianamente al materiale pericoloso per la salute. Rischio che non terminò neanche quando nel 1985 il dipendente decise di trasferirsi nello stabilimento di Ragusa, sempre dell’Eni Group, nel quale rimase in servizio per altri 17 anni. Lì l’amianto era nelle coperture dei caseggiati, dentro allo stabile nel quale era impiegato e persino su alcuni strumenti che utilizzava tutti i giorni.

Date le sue vicissitudini lavorative, il lavoratore ha già ottenuto con sentenza del tribunale di Ragusa il diritto alle maggiorazioni contributive per esposizione ad amianto. Ma, nonostante la vittoria, la sua battaglia legale non era finita perché l’Inps aveva ricalcolato la pensione del lavoratore in maniera errata e l’uomo si è visto costretto a rivolgersi all’Osservatorio nazionale amianto, ottenendo, al termine della battaglia giudiziaria, ciò che gli spettava di diritto.

Il tecnico ex Eni oggi ha 77 anni e finalmente ha concluso la sua battaglia legale. Una vittoria che acquista ancora più valore dato che molti colleghi del lavoratore, purtroppo, hanno perso la vita per colpa dell’amianto.


Redazione
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