«Ti prego accendi il telefono, chiamaci, facci sapere che stai bene». È l’accorato appello di Mariano Bonvissuto, il padre di Kimberly, la ventenne di Busto Arsizio scomparsa da lunedì scorso. La madre, Graziana Tuccio, aveva lanciato un primo appello alla figlia, rimasto senza risposta. La famiglia, originaria di Gela, vive ore d’ansia. «Stiamo morendo» dice il padre ai cronisti da via Cellini. Da quel momento di lei non c’è più traccia: telefono spento, nessun contatto con i familiari o gli amici. Niente nemmeno sui canali social sui quali la ragazza, come ogni ventenne, era piuttosto attiva. «È uscita di casa – spiega il padre – solo con il telefono e il caricabatterie. Nessun indumento di ricambio». Momenti terribili, un turbine di pensieri passa per la testa del genitore. «Ho visto quello che è accaduto soli pochi giorni fa e seguendo la notizia ho pianto. E adesso provo la sua stessa angoscia. Io credo con tutto me stesso che Kimberly stia bene. Ma l’ansia è fortissima».

Sulla scomparsa (o allontanamento) di Kimberly indagano gli agenti del commissariato di Busto Arsizio e della Mobile di Varese. L’avviso di ricerche è stato trasmesso a tutte le forze dell’ordine sul territorio nazionale, in particolare, commissariato e Carabinieri di Gela, città originaria della famiglia e nella quale – a quanto emerge – vivono ancora alcuni parenti.

Al papà non risulta che la ragazza abbia un fidanzato. «Non credo – dice – un fidanzamento è un impegno serio, ce ne avrebbe parlato. Magari una frequentazione. In ogni caso adesso conta soltanto che lei torni sana e salva».

(Nella foto grande in alto Kimberly Bonvissuto. A lato il padre, Mariano Bonvissuto).