Un giorno a Roma, un palazzo prestigioso, la vetrina di una grande galleria d’arte, ospiti internazionali. Ne parla, Antonio Sciandrello, e ancora gli brillano gli occhi. Perché lui riesce ancora a emozionarsi, perché in quell’uomo temprato dal sole e dalla vita, vive ancora l’animo di un giovane. Sogna e si entusiasma. È appena rientrato da «L’Arte si Mostra», collettiva che lo ha visto esporre assieme ad altri 34 talenti. «Nazionali e internazionali – racconta, felice per un apprezzamento andato ben oltre le aspettative – artisti ma soprattutto persone di “qualità”. Mi hanno accolto, messo a mio agio, hanno voluto sapere tutto della mia arte. Un’esperienza indimenticabile».

A riceverlo c’erano l’editore Luciano Lucarini, il critico d’arte Plinio Perilli, curatore di diversi saggi e pubblicazioni internazionali, l’organizzatore e dominus dell’evento, Mauro Colaiacomo.

Subito capiscono che Sciandrello è un “personaggio”, così lo invitano a prendere parte al talk show appositamente organizzato per l’evento.

«Mi hanno chiesto – racconta – di partecipare al dibattito: un momento speciale, sono stato felicissimo».

Poi una visita nella redazione di «Pagine» la casa editrice che ha curato il catalogo, nel quale Sciandrello pubblica quattro opere. Una, «Metamorfosi», l’ha esposta fisicamente durante la giornata – evento. Trentacinque artisti, varie sensibilità, provenienze, estrazioni. Colori e forme plastiche che hanno preso forma sotto gli occhi dei visitatori. Non è mancato l’interessamento di galleristi, la possibilità di produrre nuove pubblicazioni.

«Mi sono preso qualche giorno – racconta Sciandrello – è stato tutto molto bello ma ho vissuto quei momenti a mille all’ora. Adesso devo incanalare tutta quell’energia».

Probabilmente dall’esperienza di Roma troverà l’ispirazione per nuove opere. Del resto, Sciandrello, è stato già definito autore di riferimento di una nuova forma d’arte e si muove lungo percorsi del tutto inediti.

Mescola poesia e tratti di pennello.

Come nel caso del quadro esposto nella Capitale, nato da Metamorfosi, componimento in versi pubblicato anni fa nella raccolta «Omini, mezzi omini, umimicchi e quaqquaraquà».

Altri dipinti dell’autore, «Perle di saggezza», «La donna piovra» e «Testa di somaro», tutte in olio su tela, 50 per 70, già pubblicate nel catalogo della mostra, sono state esposte in forma virtuale.

Nel corso della visita alla redazione della casa editrice ha potuto conoscere e apprezzare la consulente artistica Marianna Cirrone.

Così, dopo tanto lavoro, introspezione, idee e qualche porta chiusa, Sciandrello può proiettare la sua arte verso altri contesti.

«Non nego – dice – che in questi anni siamo mancati momenti difficili. Avevo proposto una mostra al Museo, mi è stato risposto di no. Ho saputo anche del rifiuto di un dirigente scolastico che si è opposto all’iniziativa di un docente che voleva proporre ai suoi studenti una lezione sulla mia arte. Come dice il proverbio: nessuno è profeta in patria? Ma non mi sono mai arreso, ho sempre creduto in questo nuovo progetto artistico. Oggi assaporo questo momento».

Sciandrello in uno dei suoi versi scrive: lo poesia è acqua genuina/ ed il poeta è lo sua fontana/ che dà voce e vita/ a tutta lo natura. Nella recensione di un suo libro, scrivono di lui: quelle di Sciandrello sono parole di vera poesia, sono spontanee, gli vengono dal cuore e che il cuore altrui vogliono colpire. Si sente in lui lo vocazione del pedagogo che insegna, persuade, incoraggia, sprona a non sbagliare, a non commetter i suo; stessi errori.

Tutto questo è divenuto arte nuova, la poesia che si fa illustrazione, colore, sensazione, pittura.

Di lui scrisse il professor Nunzio Sciandrello: “Rivela un’encomiabile e misurata propensione alla saggezza, una equilibrata e alta concezione morale, quando piange e ride, celia o incide il bisturi acuto in dolenti irreversibili piaghe. Sciandrello ci porta un soffio profumato di perdute primavere nel clima affamato di un mondo divenuto adulto e per tanto inevitabilmente artificiale e mistificatorio”.

Per Sciandrello la poetica non è un codice misterioso dentro l’opera, ma è poesia concatenata alla pittura e lascia il dipinto nella sua riconoscibilità, la visione pittorica e la lettura della poesia, sprigiona e rimuove emozioni in un ritmo ipnotico che ci trascina in un vertice di suggestioni che come per magia incanta il cuore. Un’artista poliedrico che esprime concetti universali: l’amore, la rabbia, la speranza, le passioni.

Adesso ha pure la spinta dell’entusiasmo, guarda a nuovi spazi, amplia l’orizzonte.

E si gode il sapore di una mostra speciale. In quel luogo speciale che è la «città eterna».