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DETENUTO | Regina Coeli

Gela, resta in carcere l’hacker che violò i server della Giustizia. Così ha deciso il Riesame


di Redazione

Gela, resta in carcere l’hacker che violò i server della Giustizia. Così ha deciso il Riesame
attualità
18 Ott 2024

Resta in carcere l’hacker gelese (C.M. le iniziali) di 24 anni e l’inchiesta resta per competenza territoriale a Napoli. Il tribunale del Riesame ha confermato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del tribunale di Napoli Enrico Campoli, eseguita a inizio mese dalla Polizia Postale nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla Procura partenopea (procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, sostituti Claudio Orario Onorati e Mariasofia Cozza). Il giovane, assistito dall’avvocato Gioacchino Genchi, ha confessato di aver violato per anni i sistemi informatici del ministero della Giustizia e, secondo l’accusa, si sarebbe appropriato delle password di almeno 46 indirizzi di posta elettronica, tra cui quelli dei procuratori di Napoli e Perugia, Nicola Gratteri e Raffaele Cantone. Nella corposa istanza per chiedere la sostituzione della misura cautelare, l’avvocato difensore ha anche affermato che il giovane gelesee avrebbe già offerto le sue competenze alla polizia federale americana, l’Fbi, in importanti investigazioni internazionali, all’Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna) e anche alla stessa Polizia Postale che poi l’ha arrestato. Per il momento, ventiquattrenne resta detenuto nel carcere di «Regina Coeli» a Roma, mentre è ancora in corso l’analisi della corposa documentazione informatica sequestrata durante la perquisizione nella sua abitazione, alla Garbatella, quartiere di Roma nel quale abitava dopo aver lasciato la Sicilia per lavoro.


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