Gela, l’unione dei comuni parte a strappi. Si insedia l’aula, poi lo stop sulla presidenza
di Redazione
La politica riesce a puntare i piedi anche sul «nulla», leggasi Unione dei Comuni. Nel pomeriggio, l’assenza di una componente dell’assemblea, Rosa Cirrone Cipolla, trattenuta fuori sede da precedenti impegni di famiglia, ha stoppato l’elezione del presidente e del vicepresidente dell’assemblea. E stava per bloccare perfino l’insediamento della stessa assise. Più su questioni di interpretazioni della norma, a dire il vero, accompagnate da qualche schermaglia.
Otto consiglieri hanno risposto presente all’appello del segretario generale, Carolina Ferro:Rosario Faraci, Paola Giudice e Carlo Romano, designati dal consiglio comunale di Gela, Rosario Meli e Francesco Trainito, di Niscemi (assente Cirrone Cipolla, appunto), Luigi Casisi, Elisabetta Rita Pasqualetto e Angelo Di Menza, per Butera.
Ha aperto i lavori il presidente dell’ente, Lucio Greco. Al suo fianco, il sindaco di Butera, Giovanni Zuccalà, componente della giunta esecutiva. Assente il terzo sindaco, Massimiliano Conti.
«Auguro all’assemblea – le parole di Greco – di poter operare con serenità e competenza. La mia speranza è che l’unione possa partire nel più breve tempo possibile».
Dopo il giuramento il consigliere Francesco Trainito, rappresentante del comune di Niscemi, ha rappresentato l’esigenza di un rinvio tecnico della seduta, a causa dell’assenza di una consigliera, fuori sede per motivi familiari. Una scelta di garbo istituzionale.
Rinvio motivato dal fatto che l’assemblea era chiamata a esprimersi su un punto rilevante, l’elezione del presidente e del vicepresidente.
Ma visto da un’altra angolazione il rinvio poteva celare anche tatticismi.
La proposta, comunque, messa ai voti, non è passata (4 favorevoli, 4 contrari).
A quel punto è stata concessa una sospensione di 10 minuti. Al rientro, in mancanza del numero legale (presenti solo 4 consiglieri), la seduta è stata dichiarata sciolta.
Per l’elezione delle due cariche dell’assemblea si dovrà procedere a nuova convocazione.
Il «nulla» quindi. O forse no. Gela e il suo comprensorio aspirano a diventare la «city», territori gemelli, forza economica e nuovo avamposto di sviluppo. Assieme – i tre comuni – rappresentano la quarta, quinta realtà Siciliana, dietro solo alle metropoli e al Siracusano (se non per dimensiome demografica, quantomeno per capacità economica).
Qualcuno, dietro le quinte, faceva inoltre notare che in realtà quel «nulla» poi tanto nulla non è. Con diverse unioni che annaspano, non hanno presentato la proposta progettuale nei termini o sono a corto di idee, la possibilità di accedere ai fondi si amplia. La fetta della torta potrebbe essere ben più ricca per Gela e il suo distretto.
Cresce la strategia, il potenziale. E anche la legittima voglia di rappresentare il proprio comune. Ecco perché in seno all’Unione potrebbe essere già in atto una lotta di equilibri. Come in tutte le aule che si rispettino. I primi segnali di cartelli e schieramenti. La politica che fa la politica.
«Eppure ho la sensazione che siamo partiti davvero male» sbottava Zuccalà all’uscita dall’aula. Questa falsa partenza, al primo cittadino di Butera, proprio non è piaciuta.