Gela: nuovi medici al «Vittorio Emanuele», forze fresche potenziano varie unità operative
di Redazione
Il neo commissario dell’Asp, Salvatore Ficarra, stringe i tempi del piano di potenziamento del «Vittorio Emanuele». In questi giorni, con il direttore di presidio, Alfonso Cirrone Cipolla, ha acconto diversi medici che andranno a migliorare e potenziare la qualità di alcuni servizi essenziali nel grande presidio ospedaliero. Ha preso servizio oggi, Francesca Calì, medico specializzando al IV anno della scuola di Anestesia e Rianimazione dell’università di Palermo. Affiancherà i medici dell’equipe guidata dal direttore dell’unità ospedaliera, Toti Damante. Sempre in questi giorni è stato immesso in servizio il dottor Alessandro Buttitta, in forze nell’unità di Urologia, direttore Nuccio Condorelli.
«Stiamo ridando ossigeno – spiega il commissario dell’Asp – ad alcune delle branche in maggiore sofferenza. In alcuni casi le nuove assunzioni permetteranno di ripianare il debito di risorse professionali dovuto al recente pensionamento di diversi dirigenti medici. In altri casi andremo a potenziare i reparti che da tempo attendevano nuovi medici»
Un risultato importante, raggiunto anche a seguito delle convenzioni stipulate con gli atenei universitari per immettere in servizio giovani medici prossimi al conseguimento della specializzazione che hanno partecipato a un pubblico concorso, permettendo così di restituire ai dirigenti medici in servizio, che attualmente stanno compiendo un enorme sforzo, ritmi di lavoro più sostenibili e, pertanto, garantire un’assistenza sanitaria appropriata e di qualità.
Dal 25 marzo scorso ha preso servizio a tempo determinato nel reparto di Otorino la dottoressa Sheila Collura, che affiancherà il dottor Salvatore Burgio. Il 20 marzo ha invece preso servizio la dottoressa Morena Monteleone, in servizio, con rapporto a tempo determinato nell’unità di Ostetricia e Ginecologia.
La direzione strategica continuerà a impegnarsi nei prossimi mesi cercando di colmare la grave carenza di organico che il presidio ospedaliero gelese accusa ormai da troppo tempo.