Gela: fa il vaccino ma si ammala lo stesso. Operatore sanitario ricoverato d’urgenza. Come è potuto accadere?
di Redazione
Timori, disorientamento, dubbi tra gli operatori sanitari dopo la notizia di un contagiato tra di loro. Un soccorritore che già si era sottoposto a entrambe le dosi del vaccino anti Covid 19. Il vaccino buono volendo usare il lessico comune che classifica i rimedi di Pfizer Biontech e ModeRNA come più efficaci rispetto a quelli di nuova validazione. E mai – secondo gli esperti – notizia fu tanto infondata, poiché la comunità scientifica conferisce a tutti i vaccini finora autorizzati una protezione prossima al 100 per cento sul rischio di morte, malattia grave o ospedalizzazione. E allora, come si spiega il contagio di un operatore sanitario? Fermiamoci, facciamo un passo indietro. Chi è il soggetto?
Si tratta di un uomo, di circa cinquant’anni, operatore sanitario in servizio attivo nell’area dell’emergenza. Giorni fa ha iniziato ad accusare sintomi. Incredulo, dopo le due dosi di vaccino che gli erano state somministrate in febbraio, si è rivolto al pronto soccorso infettivologico di Gela. E lì è arrivata la prima doccia fredda: positivo. Poi la tac ha rilevato la seconda grana: macchie polmonari, segno di un potenziale inizio di polmonite interstiziale bilaterale. Ora è in ospedale, tenuto sotto vigilanza attiva.
Come è potuto accadere?
«I primi vaccini somministrati – spiega un medico – garantiscono una copertura molto alta, ma solo dopo la seconda dose. Volendo fare un raffronto con il vituperato (a torto) rimedio Astra Zeneca, questo raggiunge invece una copertura attorno all’80 per cento già dopo la prima dose. Non conosco la storia clinica e il caso che mi sottoponete, è però probabile che il paziente in questione sia venuto a contatto con un positivo mentre il processo di immunizzazione non si era ancora completato».
E infatti pare che il paziente in questione (non è chiaro se a casa o sul posto di lavoro) abbia avuto un contatto con un contagiato. Solo così sarebbe spiegabile la positivizzazione.
Difficile – infatti – quasi impossibile, almeno secondo la scienza, che un vaccinato con immunizzazione già completata (ovvero qualche settimana dopo la seconda dose) possa contrarre Covid o peggio mostrare sintomi di malattia grave.
Così è. Ma in ospedale c’è un paziente vaccinato positivo al Covid. Respira con l’ausilio di un casco Cpap e presenta i primi segnali di una polmonite interstiziale. Speriamo possa superare la crisi e tornare presto ai suoi affetti più cari.